Nella tradizione orientale è fondamentale partire dal fisico, si sistema il corpo nei giusti equilibri statici, rispettando la verticalità, ci si immerge nell’ascolto della respirazione apprezzando completamente l’espansione e il rilassamento di ogni atto respiratorio. Questo gradualmente porta ad essere presenti al momento, in tal modo la mente si calma, “si fa pace con se stessi”.
E’ solo quando la struttura ossea è ben sistemata che si può avviare il lavoro del “ mollare la presa; il non agire”, l’eliminazione cioè di tutte le tensioni, tutte le resistenze dei tessuti, del respiro, emozionali, mentali, che sono all’origine dell’assenza di ritmicità vibratoria e della diminuzione del volume del respiro.
Penso che per essere molto integrati nei gesti della vita di tutti i giorni, senza perdere la fede, nè il coraggio, nè la disponibilità interiore, nè il dono dell’amore, bisogna prima di tutto che la linea di gravità, sia iscritta nello spazio, essere cioè interamente collegati alla sensazione della pesantezza: avere i piedi per terra.
Bisogna che il corpo sia insieme flessibile e morbido, adattabile a tutte le situazioni, circostanze, momenti, essere maestri dell’avvenimento, dell’evento, anticiparlo. Questa è la peculiarità del Qi Gong, e di tutte le discipline del corpo che toccano il respiro, il Tai Chi, le arti marziali, o la danza sacra, la danza che utilizza la memoria sacra del respiro, la danza rituale, la danza cinese…
Il mio insegnante Mira diceva “noi non abbiamo un corpo ma siamo un corpo” questa visione la si può allargare e pensare all’universo non separato da noi ma il nostro corpo è una parte dell’universo, e come tale deve rimanere sintonizzato con il tutto.
Importante per il nostro ”ambiente interiore” fare qualcosa che ci ripulisca ogni giorno, così che la paura non risieda in noi come un veleno tossico. Coltiviamo, custodiamo, curiamo la nostra presenza, facciamo ogni giorno qualcosa per la nostra anima, qualcosa che ci dia gioia!!
Nel quotidiano almeno per una mezzora al giorno dobbiamo creare uno spazio sacro per entrare in unione con noi stessi e con l’universo intero, fare un gesto per connetterci alle forze dell’universo. E’ gesto di Gratitudine e amore verso noi stessi immergerci nel presente e permettere al respiro dell’universo di entrare in noi e di sintonizzarsi con il ritmo del creato.
Il poeta Tonino Guerra diceva:
“bisogna creare luoghi per fermare la nostra fretta e aspettare l’anima”
si può dire
“bisogna creare uno spazio dove regni il silenzio perché l’anima possa fiorire”
fiorire è essere sé stessi, è stupirci della vita, stupirsi di quello che facciamo, accogliere sé stessi, permettere all’universo di fiorire perché il frutto possa arrivare a compimento.
Info: Ivano 346.3036086