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Bridget Jone’s Baby: una simpatica “pasticciona”

“Che pasticcio Bridget Jones! ” è il titolo del secondo libro dedicato alla single londinese ideata dalla penna di Helen Fielding, al centro le rocambolesche avventure di una ragazza che annota la sua vita in un diario misurandola in: calorie consumate, sigarette fumate, alcolici bevuti e minuti trascorsi ad aspettare la telefonata successiva al primo appuntamento. Nel film Bridget Jone’s Baby nelle sale in questi giorni, liberamente ispirato al libro, troviamo una Bridget cresciuta, intenta a spegnere 43 candeline sulla sua torta di compleanno.

La nuova Bridget Jones

Bridget è finalmente magra, più sicura di se stessa, realizzata sul lavoro, ma ancora irrimediabilmente pasticciona, in dolce attesa ma senza grandi certezze sull’autore della gravidanza.

L’indecisione verte tra il mitico Mark Darcy, l’affascinante Avvocato, suo innamorato storico ed ex fidanzato, casualmente reincontrato al Battesimo della figlia di una delle sue migliori amiche e con il quale Bridget trascorre una notte d’amore e Patrick esperto in affinità di coppia e creatore di un algoritmo ad hoc, conosciuto a un concerto all’indomani della storica decisione della mitica “pasticciona” di prendere sempre senza sensi di colpa tutto il piacere che la vita offre.

Una cosa è radicalmente cambiata nell’atteggiamento di Bridget, non è più lei a inseguire la sua presa, ad annullarsi pur di non perdere il suo uomo, scappa dai letti di entrambi gli amanti di mattina presto senza cercarli, lasciando gli attoniti uomini in compagnia di assordanti domande, le stesse che perseguitavano la nostra eroina nel passato “Dove ho sbagliato?” , creando la premessa di una lunghissima serie di inevitabili congetture.

Una Bridget più matura ma sempre “pasticciona” e irresistibile, con una voglia di vivere senza uguali, l’ingrediente di bellezza più prezioso, il segreto della felicità.

Chiara Macina

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