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Recitare non è fingere

Ho una strana urgenza nel cercare di fare capire a tutti che recitare non vuol dire fingere! sfatiamo il mito del “convincersi per convincere”, è una cosa assolutamente superata già dagli anni 50 in America o forse prima , ma in europa e soprattutto in Italia è un insegnamento ancora vivo e attivo. perché scrivo questo? perché non è giusto Sbeffeggiare il pubblico e se stessi, non è rispettoso. la tradizione italiana teatrale e cinematografica , indubbiamente ha radici di nobilissima stirpe, con esponenti di tutto rispetto; hanno commosso e divertito platee e numerosissimi spettatori, ma le cose stanno cambiando. cosa cambia? il prodotto o il pubblico?

La società si è evoluta, migliorando su molti aspetti, peggiorando su altri, le curve dell’evoluzione del uomo però sono sempre in movimento con alti e bassi ma seguendo sempre una direttiva verticale.

Ora, continuare a recitare fingendo di avere certe emozioni o simulare espressioni è del tutto in antitesi con l’evoluzione non solo della tecnologia di enorme supporto all’operazione di messa in scena sia essa cinematografica, televisiva o teatrale (in alcuni casi) ma anche del evoluzione stessa del uomo.

WhatisMethodActing-ok

Tanti anni fa, un Signore di nome Lee Strasberg, assieme ad un altro grande signore Elia Kazan, in America, nello specifico a New York, fondarono un centro per attori registi e sceneggiatori molto importante, chiamato ancora oggi ACTOR STUDIOS. Bene, ora partendo da un metodo recitativo del drammaturgo russo Stanislavskij, Strasberg riuscì a elevare questo metodo recitativo e a renderlo più concreto e veritiero. L’esempio più chiaro di pensiero per entrambe è questo: Stanislavskij lavorava sul “COME SE FOSSE” ecco da dove nasce il famoso e tremendo detto “convincersi per convincere”, Strasberg lavora sul “COME E’ STATO”. Capite chiaramente la netta differenza di intenzione e di lavoro. Per vendere un prodotto in tutto il mondo, questo deve rispecchiare e appartenere in qualche modo alla popolazione della tale nazione, sappiamo che in ogni luogo c’è il detto “ paese che vai usanze che trovi “ ma cosa unisce tutti gli esseri umani? i sentimenti! il Metodo Strasberg lavora proprio sull’origine dei nostri sentimenti e quindi offre ad un artista strumenti giusti per renderli vivi, attivi e soprattutto riconoscibili ovunque. Non a caso l’industria cinematografica americana si avvale di questo metodo per tutti gli operatori del settore; Attori, scenografi, sceneggiatori, registi etc etc.. esportano emozioni in tutto il pianeta rendendo così efficace e specifico un lavoro. In Italia purtroppo c’è una sorta di idiosincrasia verso questo metodo, perché ritenuto troppo “forte” da sostenere, troppo psicologico…. Ma di che stiamo parlando? perché devo imitare un sentimento quando è già dentro di me? Diamo il giusto rispetto al mio sentimento e rendiamolo davvero visibile e non filtrato. In tutte le scuole italiane la prima cosa che ti dicono è : “nella recitazione non esiste la psicologia, recitare è suono, è espressione, movimento, immaginazione” …Va bene, ma se io devo girare una scena di vero terrore o di autentico amore e non vado ad attingere dai miei antichi ricordi e esperienze realmente vissute, mi dici come posso davvero rendere veritiera una scena? Risposta FINGENDO! Poveri noi… che tristezza e che povertà! Non hanno resistenza gli escamotage, i trucchi scenici, hanno il tempo che trovano, ricordiamoci sempre che nelle scorciatoie ci sono le buche e a volte sono anche molto profonde. La famosa ispirazione dell’attore…. va bene per 2 ciak, ma già al terzo la scena crolla perché “l’ispirazione” se ne è andata. Il Metodo Strasberg rende l’artista stabile e sicuro, crea una struttura tale da attingere in maniera del tutto sicura al proprio mondo di ricordi e esperienze. Ricercare il proprio intimo, senza e ripeto senza renderlo pubblico a nessuno e lavorarci dentro in piena libertà e rispetto, renderà quell’artista artefice di un fatto concreto, di un evento che rimarrà e sarà così riconoscibile da tutti gli uomini. Rispetto Disciplina Amore e Coraggio, ecco cosa serve.

Vuoi vincere l’oscar? Allora studia bene.

Fabrizio Raggi

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