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Insideout: senza tristezza la gioia perde

Insideout è un film d’animazione realizzato dai Pixar Animation Studios e distribuito dalla Walt Disney Pictures. Il film, diretto da Pete Docter insieme al co-regista Ronnie del Carmen, è basato su un’idea originale dello stesso Docter ed è bellissimo. Intelligente, specifico, educativo e commovente.

Siamo all’interno della mente di una bimba, dove i sentimenti s’incontrano e si confrontano. Il boss della banda è la gioia la quale organizza, decide consiglia. È decisa determinata e convinta di percorrere la strada giusta per se e il resto della troup, ma proprio quando andava tutto bene un membro della banda dal nome Tristezza entra in crisi e capovolge completamente i piani di Gioia. Rabbia , Paura e Disgusto gli altri sentimenti presenti cercheranno invano di sistemare il disastro combinato apparentemente da Tristezza, ma sarà solo Gioia, dopo avere ACCETTATO con grande umanità la presenza e lo scopo di Tristezza a sistemare il tutto proprio in collaborazione con lei. Senza tristezza non esiste gioia e senza gioia non esiste tristezza.

La crescita dell’uomo, l’evolversi dell’essere umano è continuo e sorprendente. La sceneggiatura è straordinaria, coinvolgente. È un film d’animazione forse più per adulti, i quali ancora continuano a chiedersi perché ai propri comportamenti, non rendendosi conto che già è tutto dentro di noi, basta solo fermarsi un attimo, respirare e scegliere, senza dare potere all’ira, alla vendetta, all’invidia e soprattutto all’ignoranza, figure oltretutto ignorata Docter. Ecco un esempio di cinema, anche se animato, davvero importante e ben fatto. Il messaggio è fondamentale: cresci evolvi e comprendi. Domanda, studia e vivi, non accettare la sopravvivenza, pretendi per te stesso e per gli altri in piena libertà e rispetto dell’espressione l’evoluzione e lo sviluppo di te per te e in rapporto al prossimo. Inventa concretizza e non abbandonare il dolce ricordo di un’importante emozione o di un amico immaginario che ti ha aiutato a sorridere proprio quando credevi che tutto fosse finito; Resta presente. Uno studio psicoanalitico con i fiocchi. Da oscar.

Ecco gli americani… che investono tempo, denaro e scelgono accuratamente professionisti specifici  prima di presentare un prodotto davvero concreto al mondo. Ecco uno spettacolo, un film, un evento che spinge l’umana razza a un pensiero positivo e non distruttivo.

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Purtroppo non tutti gli uomini riescono in questo intento, no, proprio no.. purtroppo, infatti vorrei fare un salto continentale e sbarcare  in europa, in Italia  epiù precisamente a Roma. Sere fa ero alla prima di una commedia musicale, VACANZE ROMANE, tratto dall’omonimo film di grandissimo successo del 1953 diretto da William Wyler, interpretato da Gregory Peck e Audrey Hepburn; Allora:

1300 persone affollate nel fuayer del Teatro Sistina in Roma per questa tanto attesa prima con Serena Autieri e Paolo Conticini, regia di Luigi Russo. Grande attesa e tanti Vips… i nostri “italian vips” Catherine Spaak, Barbara De Rossi, Bianca Guaccero, Irene Pivetti, Rita Pavone, Roberta Lanfranchi, Vittoria Belvedere, lo scenografo Premio Oscar Gianni Quaranta, Pippo Baudo, Carlo Giuffrè, Rocco Papaleo, Gabriele Cirilli, Paolo Calabresi, Giancarlo Magalli, Pino Strabioli, Francesco Giorgino, Max Tortora, Sergio Friscia, Giulia Luzi, Rita Rusic, Silvia Salemi, Gino Landi, Giucas Casella, e Gigi Marzullo il tutto avvolto da  tante starlet e tanti maschietti impettiti ben vestiti e truccati. Nel cast della commedia musicale oltre ai protagonisti spiccano Fioretta Mari, caratterista di mestiere, la brava  Laura Di Mauro, Gianluca Bessi, Fabrizio Giannini e un corpo di ballo/coro in playback.  Bene.

Lo spettacolo inizia e capisco immediatamente l’andazzo, dopo pochi minuti ho piena conferma della crisi che il teatro sta vivendo. Non tanto per la scena povera e scarna  spostata a mano come si faceva una volta, con pedane su rotelle spinte da facchini, quanto per la mediocrità del tutto. Per carità l’impegno degli artisti è lodevole, e lo sforzo di cantare danzare e ricordare le battute (non lo metto in dubbio è apprezzabile e difficile) ma lo spettacolo non era all’altezza sia del film, sia di una bella commedia musicale per adulti ben confezionata. Sembrava una matinèe per ragazzi a metà tra una favola disneyana e un “vorrei ma non posso”! Trovo scorretto presentare a un pubblico di adulti bisognosi di idee e stimoli costruttivi e innovativi un progetto basato solo su delle videografiche di fondo rappresentante una Roma cartonata tipo “Southpark”, scorretto presentare coreografie copiate da “Westside Story” e da “Aggiungi un posto a tavola” Trovo ingiusto ascoltare una protagonista (Serena Autieri) che recita come una ragazzina appena uscita da un accademia di arte drammatica leziosa e finta!  Soprattutto trovo veramente fastidioso e ingiusto ascoltare un protagonista (Conticini, un bello che non balla) senza cognizioni di causa sulla scena! Mi sono sentito sinceramente preso un po’ per i fondelli! L’unica nota positiva erano i costumi. Belli belli e ben fatti. Come riporta il flyer “ Serena Autieri veste Maison Sarli, Paolo Conticini veste Sartoria Condotti. Ma i vestiti più belli erano del corpo di ballo del quale non ho trovato il nome del costumista.

Un’operazione ROMANA del tutto fallimentare nonostante le ricche recensioni sui quotidiani locali.

Ecco allora due esempi del tutto distanti ma vicini al tempo stesso.

Purtroppo, in questo caso, non mi piace pensare che come per “Insideout” senza tristezza non esiste gioia”perché l’esempio romano non aiuta a un’evoluzione, anzi sbeffeggia e imita solo un pubblico urgente di fama e denaro intriso di rabbia e invidia, lontano purtroppo dalla responsabilità civica e civile che ha l’arte.

Fabrizio Raggi

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