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Vita e morte di Ezzard Charles, un eroe del pugilato

Vita e morte di Ezzard Charles il peso piuma diventato campione del mondo dei pesi massimi.

Nato in Georgia nel 1921, Ezzard Charles si trasferì giovanissimo, al seguito dei genitori, nella città di Cincinnati, in Ohio, ove crebbe forte ed atletico, muovendo i primi passi sul quadrato.

Da teenager fu uno scatenato fascio di nervi al limite dei pesi piuma, a cui con difficoltà si sarebbe potuto predire il futuro da campione del mondo dei pesi massimi.

Vinse diversi Golden Gloves di Chicago e concluse il suo passaggio per la boxe amatoriale con il record immacolato di 42-0.

Pugni precisi, grande lavoro di gambe, angoli e spostamenti lasciavano presagire al mondo, già da questo stadio primordiale della carriera, l’arrivo di un campione assoluto nel panorama pugilistico del pianeta.

Per la velocità e per i colpi letali, gli venne affibbiato il soprannome che lo avrebbe accompagnato per il resto della vita: the Cincinnati Cobra.

Le straordinarie performance da dilettante, continuarono nel professionismo: il 12 marzo del 1940 Ezzard debuttò con una vittoria alla quarta ripresa su Melody Johnson.

Il Middletown Journal commentò l’esordio con le seguenti parole: “Ezzard Charles, Negro peso medio di Cincinnati, ha spazzato via il suo concittadino Johnson con un letale destro nel quarto round, dopo averlo atterrato nel secondo e lasciato pendere dalle corde nel terzo canto” (fonte Biblioteca di Middletown)

[Nota: i redattori americani di quei tempi usavano la parola italiana “canto” quale sinonimo di round; altro motivo per guardare al nostro Sommo Poeta con riconoscenza. Ma questo è un altro discorso]

Infilata una lunga striscia vincente, interrotta da sconfitte scaturite da discutibili decisioni dei giudici, Ezzard si affrancò come sfidante più accreditato all’interruzione del lungo regno instaurato da Tony Zale sui pesi medi.

Stanco di attendere chi non lo voleva incontrare, nel 1942 passò ai mediomassimi; dopo un difficile periodo di acclimatamento nella nuova categoria, con alcune sconfitte di troppo, Charles fu spedito in Europa dall’Esercito degli Stati Uniti.

Nel 1946, maturato nel corpo e nell’anima, tornò a combattere sui ring con differente competitività, imponendosi con grandi avversari tra cui, nientemeno, La Vecchia Mangusta Archie Moore.

Non riuscendo a ritagliarsi lo spazio per combattere per il titolo, nemmeno nei mediomassimi, rispose al richiamo della categoria superiore, andando a contendere la cintura dei massimi a Jersey Joe Walcott.

Il 22 giugno del 1949, davanti alla folla di 26.000 spettatori del Comiskey Park di Chicago, Ezzard dominò l’incontro, andando a cogliere quell’alloro che aveva inseguito per tre categorie di peso: lo difese per ben otto volte, contro avversari straordinari tra i quali un anziano Joe Louis, per perderlo la nona volta, restituendo il titolo a chi gliel’aveva ceduto, ossia Joe Walcott.

Dopo anni di tentativi di riguadagnare la strada verso il titolo, nel 1954 fu dichiarato sfidante ufficiale, senza che però ci fosse il quinto capitolo della sua rivalità con Walcott, poiché Jersey Joe era stato messo drammaticamente al tappeto da Rocky Marciano, nuovo indiscusso campione e dominatore dei massimi.

Charles e Marciano

Nell’arco di tre mesi, Charles e Marciano si incontrarono due volte, dando vita ad uno splendido incontro risolto ai punti a favore del pugile di Brockton, nella prima occasione, e ad un sanguinoso match nella seconda; anche quella volta Marciano vinse, a mezzo di un ko all’ottava ripresa, ma un taglio al naso procuratogli da Charles, che sembrava aver provocato l’apertura in due parti del viso dell’italoamericano, mise il match a serio rischio d’interruzione.

A detta di molti esperti, i pugni devastanti di Marciano, uno dei più potenti puncher della storia della boxe, ebbero un peso sulla salute del Cincinnati Cobra.

Ritiratosi dopo un pessimo finale di carriera, Ezzard Charles si ammalò, nel 1968, di sclerosi laterale amiotrofica, la malattia che ora è conosciuta come Morbo di Lou Gehrig.

Vita: la fine

Il decorso della malattia fu rapido ed inesorabile, paralizzandogli le gambe, prima, e tutto il corpo, poi.

In breve ebbe bisogno di cure mediche cui non era in grado di far fronte; furono immediatamente promosse campagne in suo aiuto, alle quali parteciparono molti dei suoi grandi avversari, tra cui Marciano e Walcott.

Negli ultimi anni di vita, prese parte ad uno spot televisivo che promuoveva la lotta alla malattia: raramente mi è capitato di commuovermi in vita mia, ma guardarlo mi ha veramente toccato.

Ezzard, sulla sedia a rotelle ed incapace di reggere il collo, è al centro del ring di un’arena vuota, mentre le immagini dei suoi valorosi incontri con Jersey Joe Walcott sono flashback che interrompono quella desolante immagine; una voce fuoricampo descrive la vita spezzata del grande campione.

Gli occhi del Cobra di Cincinnati seguono, vivi come un tempo, la telecamera che lo riprende sempre più da vicino, dimostrando che l’immobilità del corpo non intacca lo spirito combattivo di tanti guerrieri colpiti dalla malattia, siano essi pugili, avvocati, impiegati od operai.

Ezzard Mack Charles è mancato il 28 maggio del 1975, a 53 anni d’età.

La strada di Cincinnati in cui abitava ora si chiama Ezzard Charles Drive.

L’International Boxing Hall of Fame lo ha indotto, nel 1990, tra i più grandi di ogni tempo.

Il racconto è tratto dal libro “Nicolini racconta di pugili”, a breve la presentazione ufficiale, segui gli aggiornamenti sull’evento su zoomma.news!

Marco Nicolini

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