Pur contando su un variopinto bagaglio etnico, che abbraccia non solo le isole veneziane ma anche le colline marchigiano-romagnole e le vette dolomitiche, mi pare lampante d’essere più identificabile come un prodotto della parte veneta del mar Adriatico.
Il mio pesante accento euganeo è un ingombrante fardello per un cantastorie sammarinese, ma anche un passaporto musicale di romantica appartenenza.
Va da sé che, appassionato di pugilato e praticante di lungo corso, individuato in Devis Boschiero una promessa del ring proveniente dalla mia terra ne diventai un fanatico tifoso. Già molti anni fa.
Agli esordi Devis non era un ragazzo facile ma, come spesso ripeto, non è alla facoltà di ingegneria che vi siano le probabilità di trovare un campione di pugilato. Un pugile può darsi, un campione no!
Chi non sia mai salito sul ring potrebbe ricavare errati segnali riguardo alle difficoltà della boxe, che i profani spesso considerano una specialità di sola aggressività e violenza: il pugilato è, al contrario, uno sport complicatissimo, che necessita allenamento continuo alla ricerca di un intricato equilibrio tra tattica e forza fisica, tra avventatezza e cautela, tra tecnica ed istinto.
I campioni sono pochissimi ed escono da una lunga e spietata selezione.
Devis Boschiero è uno di loro.
In una categoria come quella dei superpiuma, in cui Boschiero eccelle e si impone tra i primi al mondo, la concorrenza è schiacciante; il Messico, ad esempio, mette sul ring mezzo milione di nuovi praticanti all’anno, quasi tutti destinati a cercare luce nelle categorie di peso più piccole!
Un campionato del mondo vinto in Giappone, rubatogli dai giudici secondo l’unanime consenso del mondo della boxe, per ben quattro volte campione d’Europa: il palmarès di Devis è da combattente di razza!
In uno sfortunato match organizzato su misura per il proprio avversario inglese, a Liverpool, ha perso la semifinale IBF per un colpo a freddo che gli ha fatto saggiare il tappeto per la prima volta in carriera.
La stessa IBF, ora, gli restituisce la chance: il 9 luglio, nella prestigiosa cornice del Sun National Bank Center di Trenton, in New Jersey, Devis si giocherà la possibilità di andare a combattere per il titolo mondiale.
A prima vista, come spesso accade ai pugili professionisti italiani, abbandonati da un movimento sportivo nazionale ormai allo sbando, Devis sarà solo a centro ring con la propria sfida americana pronta per essere raccolta al suono della campana.
Il suo avversario è un giovane imbattuto con alle spalle l’avida spinta di un magnate del pugilato come Don King; portoricano di soli ventuno anni, Mario Barrios supera il nostro rappresentante di ben diciotto centimetri in altezza, rendendogli pure quattordici anni di giovinezza.
Tutto sembra propendere per la sconfitta del nostro ragazzo della laguna.
Sembra. Perché ieri ho parlato con Leonardo Bizzo.
Leo è il maestro della società New Boxe di Liettoli, una giovane compagine pugilistica che sta offrendo ottimi risultati in dote al panorama pugilistico veneto.
Mi ha spiegato con quale cura maniacale si sia sviluppata la preparazione fisica del suo atleta di punta, quanti accorgimenti tecnici siano stati da lui adottati per sopperire alla differenza di allungo, quale lavoro sugli appoggi sia stato svolto in maniera tale da favorire la devastante potenza di Devis alla corta distanza.
Sono stati mesi di dieta stretta e di centinaia di round di sparring con atleti olimpici, con professionisti e col neocampione mondiale silver dei superleggeri, Andrea Scarpa.
L’entusiasmo di Leo, contagioso come solo le parole di un vero appassionato sanno essere, ha solide fondamenta: parliamo di Devis Boschiero, uno dei migliori pugili veneti della storia, capace di sacrifici impossibili per chi non goda di ferrea volontà, abituato a folle ostili ed arbitraggi contrari.
Domani, sull’aereo che porterà i nostri ragazzi al di là dell’Atlantico, avrei voluto salirci anch’io; purtroppo, se la vita del campione di pugilato è dura, lo è pure quella dei suoi tifosi.
La notte tra il 9 ed il 10 luglio, io e mio suocero Marino, compagno di zingarate per l’Europa in nome del pugilato, ci accontenteremo di seguire il nostro beniamino alla tivù o in streaming.
Anche a diecimila chilometri di distanza, ci sarà un puntino sulla carta geografica di nome San Marino a centro ring col ragazzo veneto più solo degli Stati Uniti, in una serata americana in cui tanto è in gioco: per Devis, per il suo maestro, per il pargolo di cui Linda lo renderà presto padre.
Una grande serata che costituirà un altro capitolo della storia di sangue e sudore del pugilato, in cui tutto è sfida e coraggio e sacrificio. E vita e speranza. E lacrime e riscatto.