venerdì , Novembre 22 2024

L’uomo del tempo

 

Quando ho rivisto Stefano, dopo sedici anni in cui ci eravamo completamente persi di vista, è stato come se il destino riavvolgesse la pellicola della mia vita e mi riportasse improvvisamente all’età di diciassette anni.

Ricordo come fosse ieri la trepidante attesa delle sei del pomeriggio, quando nel piazzale della parrocchia compariva una Renault 4 rossa e dopo qualche istante  scendeva lui, due occhi verdi come diamanti, uno sguardo furbo e accattivante e quel certo “je ne sais quoi” che non ho più riscontrato in nessun uomo che ho conosciuto.  Un misto irresistibile di sbruffonaggine, aria malandrina e simpatia, uno di quelli che combinano i guai ma che poi è impossibile non perdonare.

Non ricordo con precisione la prima volta che ci siamo parlati, ricordo soltanto che  fu “Moonlighting”, un telefilm romantico demenziale con un giovanissimo Bruce Willis a diventare il nostro collante. Andava in onda tutti i pomeriggi alle 18.30  ed era diventata una vera e propria abitudine incontrarsi alla stessa ora al bar della parrocchia per fare commenti, scambiarsi battute e immedesimarsi un po’ nei due personaggi, un investigatore privato ludico e scanzonato, lui, innamorato della sua socia, una donna raffinata e snob che ricambiava segretamente il suo amore.

I nostri sguardi divennero più intensi e a volte indiscreti. Adesso sorrido quando ripenso alle volte in cui indirizzavo lo sguardo verso di lui e lo beccavo in flagrante a guardarmi, o all’imbarazzo che provavo quando si sedeva vicino a me e commentando qualche scena del film avvicinava la sua testa alla mia mandandomi letteralmente in brodo di giuggiole!.

Le battute divennero confidenze, e la nostra conoscenza superficiale un’amicizia sempre più profonda. “Siamo amici speciali noi due..”  diceva sempre.

Tutti lo dipingevano come un rubacuori, dedito al divertimento e alquanto superficiale, ma la persona che stavo conoscendo non rispecchiava affatto questa descrizione, e quando gli dissi, in confidenza, quello che si diceva di lui, mi rispose sorridendo:

“Mi faccio conoscere davvero solo dalle persone che mi interessano, gli altri possono dire quello che vogliono.”

Stefano era più grande di me di cinque anni, ma non mi ha mai considerata piccola e non mi ha mai fatto sentire non all’altezza delle situazioni. Era aperto al dialogo e maledettamente curioso, e s’intrufolava nella mia vita con una tale leggerezza da lasciarmi senza parole. Mi stuzzicava di continuo e non faceva altro che provocarmi.

“Mi sei arrivato al cuore Stefano. Non ti sopporto più…” dicevo stremata dalle sue provocazioni.

“Se è così ..me ne vado, ma ti pentirai di avermi cacciato” diceva con quel sorrisetto da sbruffone che mi mandava su tutte le furie.

“Mica ci sei solo tu al mondo, bello…comunque se vuoi andare,ciao!” replicavo sarcastica degnandolo appena di uno sguardo. Non sopportavo non avere l’ultima parola con lui, anche se mi riusciva veramente di rado.

“Oh sì che ci sono solo io, piccolina.. Non troverai mai nessuno come me..”

Detestavo ammetterlo, ma aveva ragione, non c’era nessuno come lui, non per me almeno. Ma non avrei scoperto le mie carte per nessuna ragione al mondo. Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, mi ripetevo per non mollare, ma se per un giorno non lo vedevo mi sentivo morire.

La tensione emotiva che mi creava era diventata una droga per me. Sapeva farmi arrabbiare in un attimo e subito dopo, con la parola giusta, farmela passare.  Ricordo ancora la rabbia che provai quando un pomeriggio mi confidò che il suo migliore amico gli aveva chiesto se mi aveva trovata all’asilo, e la sensazione di orgoglio immediatamente successiva quando sorridendo mi disse che secondo lui era solo invidia la sua, e che all’asilo avrebbe voluto trovarmi lui.

Mi stavo innamorando di lui ogni giorno di più, e il suo pensiero era ormai un chiodo fisso.

Poi una sera, al falò di San Giuseppe, Stefano scoprì le sue carte.

“Mi sono stancato di giocare, bambolina” disse guardando prima le fiamme e poi me.

Io non sapevo cosa dire. Il cuore mi batteva così forte che pensavo lo potesse sentire anche lui. Il momento che tanto avevo sognato era arrivato, e non mi sembrava vero. Sono rimasta immobile guardandolo negli occhi senza riuscire a dire a una parola, ma penso che dalla mia espressione lui avesse capito tutto, a volte non serve parlare. Mi prese per mano e ci allontanammo dalla confusione, ci sedemmo in un posto più tranquillo e parlammo di noi per ore, ridendo e scherzando come sempre, ma con una complicità diversa, e a fine serata, prima di lasciarci , mi diede il bacio più bello della mia vita. Inutile dire che quella notte la trascorsi completamente in bianco.

Quella sera diedi l’addio alla mia adolescenza, e il benvenuto a qualcosa che mi avrebbe accompagnato per tutta la vita. Stefano fu il primo grande amore, con lui ogni situazione era un’avventura e le esperienze più importanti e significative ebbero lui come protagonista. Fu l’uomo col quale feci l’amore la prima volta, e contrariamente a quello che raccontavano le mie amiche sulla loro prima esperienza, per me fu meravigliosa, come tutto il periodo che ci vide legati. Peccato non fosse davvero tempo per noi. Mi accorsi ben presto, infatti, che nonostante l’affetto che ci legava c’erano delle situazioni che ci dividevano. La sera dovevo rientrare presto, i miei genitori sono sempre stati rigidi su questo punto, e rientrare a mezzanotte come Cenerentola iniziava ad essere pesante per chi, come noi, poteva vedersi solo dopo il tramonto.  Quando arrivò l’estate la situazione precipitò. Lui lavorava di giorno nell’azienda di famiglia, io lavoravo di pomeriggio e sera in un negozio di articoli sportivi. Non c’era più tempo per stare insieme, e sentivo che lui si stava allontanando sempre più. Così decisi coraggiosamente di interrompere questa splendida storia  per non farmi più male di quello che già mi stavo facendo, e lo lasciai andare, pensando che se le nostre strade si dovevano nuovamente incrociare lo avrebbero fatto prima o poi. La sera in cui ci lasciammo sentii uno scricchiolio nel petto. Il mio cuore si era spezzato. Trascorsi una notte in bianco, piangendo disperatamente col viso affondato nel cuscino per non farmi sentire. Il sonno arrivò solo all’alba, quando ero ormai stremata.

Poi, finalmente, arrivò settembre, e con esso un viaggio di studio in Francia, che mi permise di tornare a respirare e riappropriarmi della mia vita.

Al mio ritorno capii che quella pagina della mia vita si era chiusa definitivamente. Adesso al suo fianco c’era lei, Giorgia,una sua coetanea, diversa in tutto da me, nell’aspetto, nell’atteggiamento, nel carattere, ma più simile a lui di quanto non fossi io.

E’ stato duro ammettere che lei era la persona giusta al suo fianco, forse perché ho sempre avuto la presunzione di essere speciale per lui. Forse lo sono stata, ma come sempre non era tempo per noi. Io ero una donna /bambina , lei una donna a tutti gli effetti, con la sicurezza e la consapevolezza che questo comporta.

A distanza di anni ripenso con un pizzico di nostalgia a quel periodo della mia vita, alle prime emozioni che fanno agitare il cuore e anche al dolore delle separazioni, che sul momento fanno disperare e credere che non ci sarà più l’opportunità di amare ancora così. La vita è un’avventura meravigliosa e una maestra severa, che a volte insegna prima la pratica della teoria, ma le cui lezioni si apprendono sempre appieno prima o poi.

 

Quando i nostri sguardi si sono fugacemente incontrati, dopo tanti anni, io non l’ho riconosciuto. Lo avevo intravisto un paio di volte nel corridoio del centro di formazione dove stavo frequentando un corso serale di aggiornamento per la mia attività, ma non mi ero soffermata a guardarlo, presa com’ero da un miliardo di pensieri. Una sera , durante una pausa caffè, mentre scambiavo due chiacchiere al telefono con la mia amica del cuore, sento una voce familiare dire:

“Sei sempre al telefono…”

Lo guardo qualche istante, e finalmente lo vedo. Saluto frettolosamente la mia interlocutrice e rimango a fissarlo qualche istante, col film della mia adolescenza che mi passava davanti agli occhi.

“Non ci posso credere!Stefano, ma sai che non ti avevo riconosciuto?E’ passato un secolo dall’ultima volta che ci siamo visti..come stai?

“Io bene, grazie, e a quanto pare anche tu. Eri una bambina affascinante allora, sei una donna affascinante ora.”

I suoi occhi sono gli stessi, vivaci, indagatori, malandrini. C’è un leggero imbarazzo fra noi, forse è l’emozione di questo incontro inaspettato o forse è la consapevolezza che è finalmente giunto il momento delle spiegazioni.

Ci sediamo sui gradini esterni del palazzo sorseggiando un caffè, e iniziamo a raccontarci gli avvenimenti degli ultimi sedici anni della nostra vita, ridendo, scherzando e stuzzicandoci come un tempo. Mi racconta di essersi sposato con Giorgia, di avere due bei bambini e un rapporto consolidato e felice con la moglie. Io gli racconto della storia appena finita con un militare che ho amato alla follia, per il quale ho fatto pazzie, del mio lavoro come giovane imprenditrice e della casa in cui abito che ho arredato col metodo feng shui.

“Perché è finita fra noi?” esordisco improvvisamente senza nemmeno rendermi conto delle parole che mi uscivano dalla bocca.

Lui rimane un attimo in silenzio, poi mi guarda abbozzando un sorriso e risponde semplicemente :

“Perché viaggiavamo su binari temporali diversi bambolina .All’inizio era diverso, c’era la curiosità, l’allegria, e tu mi facevi morire con quel caratterino tutto pepe che ti rendeva così speciale. Eri la freschezza, l’ingenuità mista a maturità, la forza, ma anche l’incertezza. Eri un bellissimo punto interrogativo.  Giorgia, invece, era la certezza  della maturità, non c’erano zone grigie fra noi ma la più totale comprensione e complicità. Sapevo dentro di me che lei sarebbe stata la donna della mia vita, anche se ogni volta che ti vedevo sentivo un brivido dentro. A volte l’amore da solo non basta. Ci vogliono tante altre cose per creare un’unione solida. Non è stata una decisone presa con superficialità, credimi.”

“Non l’ho mai pensato, ma avevo diritto a una spiegazione. Mi sono chiesta per anni cosa sarebbe successo se fossimo rimasti insieme, se le vicende della nostra vita non ci avessero portati così lontano l’uno dall’altra. E per un breve periodo ti ho anche detestato…” faccio una piccola pausa, poi lo guardo sorridendo..” perché avevi scelto lei e non me. Poi ho capito, ma ho sempre pensato che se ti avessi incontrato di nuovo ti avrei chiesto una spiegazione.”

“Se le cose fossero andate diversamente fra noi” disse dopo aver fatto un enorme sospiro “probabilmente sarei sposato con te, avrei costruito una famiglia con te e avendoti sempre al mio fianco non ti avrei pensata così spesso in questi anni, chiedendomi in quale parte del mondo fossi, con chi e cosa stessi facendo. Potrai anche non crederci,  ma i ricordi  di quel periodo non mi hanno mai abbandonato, e sono stati il mio rifugio segreto soprattutto nei periodi bui della mia vita..Peccato non fosse tempo per noi..”

“Magari in un’altra vita…”dico appoggiando la mia mano sulla sua  con gratitudine. “Adesso devo andare, al prossimo coffee break straniero! “

“Ci puoi contare, bambina..”

Ci vediamo altre volte, sempre nelle pause caffè fra una lezione e l’altra, ridiamo, scherziamo, ci facciamo battutine come un tempo, ma qualcosa è cambiato. Il chiarimento che c’è stato fra noi è come se mi avesse liberato da un peso che non riuscivo a scrollarmi di dosso, e quando lo guardo, adesso, provo solo gratitudine per la gioia che mi ha dato allora e per il privilegio che ho avuto nell’incontrare un uomo così eccezionale.

Finisce il corso e le nostre strade si dividono ancora.

“Ciao straniero, in bocca al lupo per tutto. Spero di rivederti prima della pensione…”

“Ciao bambolina, buona fortuna anche a te. Ho la sensazione che la prossima volta che ci vedremo avrai grandi novità da raccontarmi..”

“Hai fatto un corso serale dal mago Otelma, per caso? O sei un veggente e non me lo hai mai detto? “

“Sciocchina… Ne sono certo perché sei la persona splendida di sempre, anzi con gli anni sei migliorata decisamente, e la vita non può che sorriderti..”

Lo abbraccio forte e me ne vado senza proferire parola, sapendo con certezza che dal mio sguardo lui ha capito quello che le parole non riescono a dire.

Lo rivedo casualmente l’anno successivo, in un bar del centro mentre sorseggio un buon the.

“Ma allora mi segui!”  Esclamo incredula.

“Ciao patata, che bella sorpresa! Sei bellissima come sempre! Allora?”

“Allora cosa? “ Bofonchio mentre mangio un pezzetto di brioche.

“Le mie previsioni si sono avverate? “ indaga curioso.

Lo guardo un istante senza parlare e lo lascio cuocere ancora qualche minuto nel suo brodo. Poi  fra un sorso di the e l’altro snocciolo tutte le novità.

“Sette mesi fa ho incontrato un uomo davvero speciale, di cui mi sono follemente innamorata. Da un paio di mesi conviviamo e  fra qualche tempo diventeremo tre. “ Dico con un sorriso beato stampato sulla faccia. “Le tue previsioni si sono verificate, incredibile! Se un giorno volessi cambiare lavoro potresti fare il mago…”

Stefano mi guarda con tenerezza, poi mi abbraccia forte. “Sono davvero felice per te, piccola. Il tuo compagno è un uomo fortunato e il tuo bimbo si divertirà un mondo con una mamma come te. Sei suonata come una campana!” mi dice strizzandomi l’occhio.

Finisce di bere il suo caffè e mi saluta con un sonoro bacio sulla guancia.

“Ciao piccola, spero di rivederti presto, e riguardati, mi raccomando.”

Ciao uomo del tempo, penso tra me e me mentre lo guardo uscire dal bar e scomparire fra la folla.

Mentre passeggio per le vie del centro mi accorgo che il tempo non esiste, che l’affetto resta immutato negli anni e che quando rivedi qualcuno a cui hai voluto davvero bene sembra che tutto si fermi, che l’orologio torni indietro e che il tempo non sia mai passato. Quando i ricordi bussano alla porta della memoria e noi apriamo, ci troviamo improvvisamente coinvolti in un vortice di emozioni e sensazioni che pensavamo ormai passate, e questo mi fa capire che il tempo non esiste per il cuore, e che i sentimenti puri e veri si trasformano ma non ci lasciano mai, e che tutto conta nella vita, anche quello che poteva essere e non è stato.

Maruska Cappelletti

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