Lo specchio: alleato o nemico delle donne?
Secondo le statistiche, almeno otto volte al giorno ogni donna guarda la propria immagine riflessa allo specchio.
Perchè?
Per controllare trucco, pettinatura, assenza di macchie, sbavature, evoluzione rughe, macchie sui denti…
Il famigerato rapporto che lega ogni donna a questo affascinante oggetto “una lastra levigata di vetro, metallizzata su una faccia, che riflette la luce e le immagini”, secondo la definizione data dal dizionario, che in concreto riflette la nostra immagine esteriore, è stato spesso trattato da letteratura e cinematografia e ha da sempre scosso l’universo, in particolare quello femminile.
Il soggetto è al centro della favola più amata di tutti i tempi “Biancaneve”, dove lo specchio assume natura antropomorfa ed è interrogato con ansia da Grimilde, la Regina cattiva della storia, che vi si rivolge per avere conferma di essere la più bella del reame e trarne il verdetto negativo “esiste una fanciulla molto più bella di te”.
Lo specchio…poco importa che sia quello del bagno, quello piccolo da stipare in borsetta, quello dell’ascensore, quello retrovisore dell’auto spesso usato per gli ultimi ritocchi al maquillage, quando la giornata è già in corsa, ancor prima che per assolvere alla funzione per la quale è stato inventato, ciascuna donna fa ricorso al suo verdetto più e più volte al giorno.
Nelle diverse stagioni che scandiscono la nostra vita, lo specchio rivela impietoso, i difetti che indissolubilmente si legano a ogni fase: i primi segni dell’acne in età adolescenziale, le rughe in età più avanzata, occhiaie causate da notti insonne trascorse a cullare un neonato e altro.
Vi è chi evita di specchiarsi a figura intera, chi abbassa un pò le tapparelle per la paura del giudizio, senza pietà in quanto reale, al pari dell’obbiettivo di una macchina fotografica.
Secondo un recente studio l’approccio mattutino con lo specchio condiziona in positivo o negativo, tutto il resto della giornata. E gli uomini? in maggioranza usano il vituperato oggetto solo in maniera funzionale alle proprie esigenze, pettinarsi, sbarbarsi, senza renderlo responsabile di malumori, ma c’è da giurarci anche in questo campo non mancano le eccezioni.