È tra gli organismi viventi più piccoli al mondo, eppure fa una enorme paura. Si tratta del “super batterio” resistente a tutti i tipi di antibiotici oggi conosciuti. E non si tratta di un esemplare messo a punto in un qualche laboratorio segreto, ma di un batterio che ha già infettato una donna negli Usa. E la notizia, ha già fatto il giro del mondo.
A preoccupare gli esperti e i medici è il fatto che sia in grado di resistere alla “Colistina”, considerata l’antibiotico di ultima istanza e verso la quale il batterio però ha sviluppato resistenza grazie a un gene il Mcr-1.
Il primo caso in realtà risalirebbe ad alcuni mesi fa in Cina, ma ora il caso della 48enne americana della Pennsylvania spaventa e allarma, tanto che il direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Usa, Thomas Frieden ha dichiarato che: “La preoccupazione è alta. Possiamo dire che già oggi per alcuni pazienti l’armadietto dei medicinali è vuoto. Può essere la fine per gli antibiotici, se non agiamo con urgenza”.
La paura da super batteri è qualcosa che non nasce oggi, già due anni fa per esempio, il premier inglese David Cameron aveva affermato due anni fa, facendo seguito ai solleciti più volte emanati dall’Organizzazione mondiale della sanità, che i superbatteri resistenti agli antibiotici sono “una delle più gravi minacce per l’umanità”.
Una preoccupazione che non manca di fare breccia anche in Italia, paese che in Europa è tra i maggiori responsabili dell’aumento di resistenza dei batteri, come segnalano dall’Istituto Superiore di Sanità, che fornisce i dati alla sorveglianza Europea EARS-Net, riportati dal ministero della Salute. Resistenze che riguardano diversi batteri, tra cui l’Escherichia coli, (alta resistenza a fluorochinoloni e cefalosporine di terza generazione), l’Acinetobacter (resistenza ai carbapenemi vicino all’80%), Pseudomonas aeruginosa (resistenza a ceftazidime e aminoglicosidi) e lo Staphylococcus aureus (proporzione di ceppi meticillino-resistenti superiore al 30%).
E a causare l’aumento della resistenza agli antibiotici è proprio l’elevato consumo di antibiotici, tanto che l’Italia è al quinto posto in Europa dopo Grecia, Francia, Romania e Belgio.
Il Consiglio dell’Unione Europea aveva mandato raccomandazioni già dal 2001 e infatti il 18 novembre è stata istituita la “Giornata Europea sull’uso prudente degli antibiotici” (“European Antibiotic Awareness Day”).
Il batterio americano resistente agli antibiotici di ultima generazione è della famiglia degli Escherichia coli.
Il problema è che sono anni che non si scoprono veri e propri nuovi tipi antibiotici e le morti per batteri sempre più resistenti sono in aumento, tanto che ogni anno in Europa si stimano ben 25mila morti da infezioni e la preoccupazione è che possano aumentare rapidamente.
Allo studio però ci sono già soluzioni alternative agli antibiotici.
Una prevede l’utilizzo di molecole che colpiscano meccanismi di riproduzione dei batteri, che potrebbero funzionare come dei vaccini. Inoltre sono in corso ricerche su microbiota e probiota, quell’insieme di batteri per esempio presenti nell’intestino e considerati “buoni” che potrebbero aiutare o addirittura essere usati, per contrastare e combattere i batteri “cattivi”.