Giocare serve per divertirsi, è un antidepressivo naturale, aiuta a socializzare e anche ad apprendere. Ma giocare può anche diventare una malattia. Quando il gioco diventa patologico, infatti, vuol dire che si è entrati in una condizione molto pericolosa, a livello di salute e anche sociale.
Il gioco patologico, riferito a quello d’azzardo, è stato inserito nell’elenco delle malattie nel 1980 dall’associazione degli psichiatri americani ed è classificato come un “disturbo del controllo degli impulsi non classificati altrove”.
In pratica con tale definizione si indica un comportamento “persistente, ricorrente e maladattivo di gioco che comprende gli aspetti della vita personale, familiare e lavorativa” di chi ne è affetto.
È come una dipendenza, ma senza la sostanza che la genera, anche se può essere accompagnato dall’uso di sostanze stupefacenti e anche di alcool. Ma può anche essere associato a “problemi della sfera emotiva-affettiva-sessuale” o a disturbi da deficit dell’attenzione con iperattività. Inoltre i giocatori possono essere a rischio di sviluppare condizioni mediche generali correlate allo stress come: ipertensione, ulcera peptica ed emicrania.
Ci sono diversi indicatori che servono a verificare e diagnosticare un quadro clinico di gioco d’azzardo patologico. Ne bastano cinque per rientrare nella diagnosi di tale patologia.
Ecco l’elenco:
- Essere eccessivamente assorbiti dal gioco d’azzardo (per esempio, il soggetto è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di gioco, a valutare o pianificare la prossima impresa di gioco, a escogitare i modi per procurarsi denaro con cui giocare)
- Aver bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato
- Aver ripetutamente tentato di ridurre, controllare o interrompere il gioco d’azzardo, ma senza successo
- Essere irrequieti o irritabili quando si tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo
- Giocare d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico (per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione)
- Dopo aver perso al gioco, spesso si torna un altro giorno per giocare ancora (rincorrendo le proprie perdite)
- Mentire ai membri della propria famiglia, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo
- Aver commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo
- Aver messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo
- Fare affidamento sugli altri per reperire il denaro per alleviare una situazione economica disperata causata dal gioco (una “operazione di salvataggio”).
Non è detto tuttavia che il gioco sia la causa della patologia, quanto una sua manifestazione. Gli studi svolti su giocatori patologici hanno evidenziato infatti la presenza di altre condizioni, come alti tassi di alcolismo, depressione, disordini di personalità anti-sociali, instabilità dell’umore e altri disturbi. Per questo c’è chi ritiene che i problemi legati al gioco siano spesso sintomatici di una già presente condizione di disagio.
Ovviamente il problema del gioco patologico non è solo di tipo economico, in quanto il gioco eccessivo è un problema emozionale e comportamentale che poi ha ricadute economiche, anche perché, se tutti gli eventuali debiti di un giocatore patologico venissero saldati, il problema non sarebbe risolto, in quanto resterebbe legato a un’incontrollabile ossessione rispetto al gioco.
Va considerato che in teoria, ogni giocatore è potenzialmente a rischio, soprattutto se non adotta uno stile di gioco consapevole e responsabile.
E proprio di recente, il presidente della Cei, il Cardinale Angelo Bagnasco si è lamentato di diverse cose compresa l’eccessiva diffusione del gioco in Italia, anche perché, ogni tipologia di gioco può diventare problematica, anche se determinati giochi hanno caratteristiche intrinseche che finiscono per acutizzare i problemi dei giocatori eccessivi. E sembra proprio che la velocità di gioco sia un fattore rilevante. In altre parole, più rapida è la sequenza con cui è possibile puntare o scommettere e più facilmente un individuo svilupperà un rapporto problematico con un determinato gioco.
Come ogni malattia, esistono delle cure e l’efficacia dei trattamenti è stata dimostrata scientificamente. Esiste una vasta gamma di possibilità per essere aiutati: i servizi territoriali, le strutture residenziali, i giocatori anonimi, gli specialisti ecc. Non esiste un programma adatto per tutti: se una modalità di cura non ha funzionato con un particolare individuo, un’altra potrebbe sortire un effetto positivo.
In Italia la cura del gioco d’azzardo patologico è piuttosto recente. In alcune regioni i SerT (Servizi per le dipendenze patologiche delle ASL) hanno istituito specifiche équipe (composte da medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri) che si occupano di diagnosi e cura del gioco d’azzardo patologico. Esistono inoltre associazioni che si occupano di auto mutuo aiuto.
A San Marino dove è presente la quinta più grande struttura di tutta la Penisola, dopo i 4 casinò di Saint Vincent, Campione d’Italia, Sanremo e Venezia, è disponibile un servizio relativo al “gioco responsabile” e con riferimenti anche sul sito della GdT, totalmente gratuito, aperto a tutti e “gestito da professionisti che – si legge sul sito – , nel rispetto dell’anonimato, forniscono consulenza ed orientamento alle persone che hanno problemi psicologici, relazionali o legali dovuti agli eccessi di gioco. Lo scopo del servizio è offrire sostegno e consulenza, con competenza professionale, aumentando la consapevolezza del giocatore sui fattori di rischio presenti nei suoi comportamenti di gaming”. E ovviamente il servizio è rivolto a tutte le persone in difficoltà per motivi di gioco e ai loro familiari ed amici.
Non bisogna mai dimenticare che il “gambling” diventa problematico quando incide negativamente in ogni ambito della vita di un individuo.