Chi è stata una bambina negli anni ’80 comprenderà benissimo: il fascino esercitato dalla casa di Barbie, lanciata dalla Mattel in quegli anni, è fortissimo.
Ancora più forte la tentazione di acquistarne una su ebay, per ritrovare le bellissime emozioni che suscitavano i mobili, i complementi d’arredo, tutto ciò che ne faceva parte.
La sola foto fa spuntare il sorriso e venire le lacrime agli occhi alle bambine di ieri, infatti le riporta a quel tempo in cui non avevano altra casa da accudire e riassettare che quella, armonicamente divisa in piani collegati da un’ascensore giallo con un bel cuore al centro.
Con quella casa sono cresciute, hanno fatto progetti, trascorso pomeriggi all’insegna della fantasia. La bambola è infatti da sempre il giocattolo più sognato dalle bambine, che trascorrono interi pomeriggi ad inscenare storie.
Qualche domanda in merito al rapporto bambini e bambole alla Dott.ssa Francesca Bologna Psicologa Psicoterapeuta
Giocare con le bambole: perchè è così importante per un bambino?
“In termini generali il gioco ha un ruolo molto importante nello sviluppo psicologico, fisico e sociale dei bambini. Attraverso le attività ludiche si stimolano la fantasia, la creatività, la socializzazione, lo sviluppo motorio, la consapevolezza e la conoscenza di sé, inoltre si facilita l’elaborazione, la comprensione e il contenimento delle proprie emozioni, alleviando le tensioni e le paure.
Il bambino cresce e impara le competenze che gli saranno utili nella vita osservando il mondo attorno a sé e in particolare imitando le azioni e i comportamenti a cui gli adulti dedicano maggior cura. E’ importante e naturale che un bambino, maschio o femmina che sia, voglia giocare con le bambole, prendersene cura, vestirle e cucinare, attraverso questa azione elabora e prende maggior consapevolezza di ciò che in modo amorevole viene dato a lui. E’ talmente una necessità atavica che spesso osservandoli nel gioco è possibile notare come un qualsiasi oggetto possa diventare un ‘essere vivente umanizzato’”.
Cosa proietta nella bambola?
“La bambola, o il pupazzo o talvolta persino un lembo di lenzuolo, è quell’amico che si può portare sempre con sé e che fa compagnia anche quando la mamma o il papà non sono li a rassicurare e rasserenare. Rappresenta un legame forte e molto reale che permette al bambino di essere traghettato attraverso le paure, le fatiche e le prove quotidiane. Esso è molto più di un semplice oggetto, è capace di tranquillizzare, incoraggiare, coccolare ma allo stesso tempo rappresenta anche colui verso cui scaricare la rabbia e l’aggressività senza il timore di esserne tradito. Il bambino è consapevole che è li per lui, a sua disposizione finché lo desidererà”.
Può accadere che conflitti familiari siano messi in scena nel gioco con la bambola?
“Nel gioco i bambini raccontano la quotidianità, i desideri, le gioie ma anche le paure e le sofferenze. Nel rapporto con la propria bambola il bambino ha la possibilità di trasferire ciò che sperimenta su se stesso e nei rapporti con gli altri. Non a caso di frequente la bambola prende il nome di un amico o un parente caro al piccolo, o talvolta addirittura di se stessi. E’ possibile quindi che nel gioco emergano delle situazioni conflittuali vissute nel nucleo famigliare, tuttavia non significa che se il bambino giocando con la bambola mette in scena un litigio esso sia necessariamente la rappresentazione di qualcosa che è accaduta nella realtà. Il bambino osserva ed elabora a modo suo le informazioni. Esistono degli strumenti specializzati che permettono di valutare quanto di quello che emerge dal gioco sia attinente alla realtà ed è possibile consultarli qualora emergano frequentemente segnali di forte disagio, ma è importante preservare da eccessivi allarmismi lo spazio ludico, altrimenti si rischia di togliere la spontaneità a ciò che di più bello un bambino può vivere”.