Documenti d’archivio attestano la presenza di Ebrei a San Marino già nel secolo XIV° si farà via via più consistente nei secoli XV° e XVI°.
Si dedicavano ad attività commerciali e prestavano denaro a usura.
Poichè la loro attività risultava utile a enti pubblici e privati, talvolta erano invitati dalle autorità a svolgerla in determinati luoghi.
I documenti ci hanno lasciato alcuni nomi e ragguagli intorno al loro mestiere.
Il 3 luglio 1396 un certo Emanuele, figlio di Gionata da Rimini, fa un prestito di 340 ducati a un sammarinese.
Nel 1429 un certo Musetto, Ebreo di pesaro, arriva a San Marino per reclamare da un certo Matasia, Ebreo di San Marino, una somma che gli era dovuta.
Più frequenti i documenti per il Cinquecento.
Nel 1523 poiché nei dintorni infuriava la peste, un gruppo di ebrei rivolgeva a un Reggente la richiesta di trasferirsi in territorio sammarinese. E’ documentato che nel 1539 alcuni di loro presentavano denaro al frutto di 3 quattrini per lira.
Nel 1550 un Angelo di Sallomon Bonaventura, ebreo di Ancona avviava trattative con il governo per aprire un banco di prestiti.
Analoga iniziativa avviva poco più tardi un certo David Ebreo.
Nel 1625 veniva concesso il permesso ad un ebreo di nome Isacco di aprire una concia di pelli in territorio sammarinese, ma, nonostante l’autorizzazione, il progetto non ebbe in seguito esecuzione.
Molti secoli dopo durante la seconda Guerra mondiale San Marino decise di ospitare migliaia di profughi di guerra e di proteggere i cittadini di religione ebraica.
Chiara Macina