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La signora con la lanterna che ha illuminato il futuro della professione infermieristica

Era il 12 maggio del 1820 quando da una importante e ricca coppia inglese che stava trascorrendo un lungo soggiorno in Italia, nacque colei che sarebbe poi diventata famosa come la fondatrice delle scienze infermieristiche moderne. Figlia, di William Edward Nightingale, un pioniere dell’epidemiologia, e di Frances “Fanny” Smith, le fu dato il nome Florence in quanto nata a Firenze (la sorella maggiore era nata a Napoli e per questo chiamata Parthenope) ed è anche conosciuta come “la signora con la lanterna”.

Donna dal carattere forte, ma dallo spirito compassionevole, oltre a essere stata una devotissima cristiana spese la sua vita per l’attività infermieristica – che considerò la sua vocazione -, sviluppandola e dandole quella dignità che oggi viene riconosciuta a tale professione. E non a caso infatti, il 12 di maggio di ogni anno è stata presa come data per celebrare la Giornata internazionale dell’Infermiere (e che in Italia si era iniziata a sostenere già dagli anni Sessanta).

Florence Nightingale aveva già dato prova delle sue grandi doti da diversi anni, ma la svolta avvenne durante la guerra tra Francia, Gran Bretagna, Regno di Sardegna e Turchia contro la Russia, avvenuta tra il 1853 e il 1856 e combattuta soprattutto nella penisola della Crimea dove trovò sede proprio l’ospedale da campo dove operò. Partita alla guida di un gruppo di 38 infermiere, risanò l’ospedale riuscendo a garantire la sopravvivenza a oltre il 50% dei pazienti.

florence-nightingaleFu proprio durante quella esperienza che ricevette il soprannome di “signora con la lanterna” grazie a un articolo del Times e alla lettera di un paziente, che descriveva come si recava a controllare i malati una volta che i medici avevano terminato il loro turno, aggirandosi tra i letti con una lanterna per osservarne le condizioni.

Scrisse diversi opuscoli, relazioni e documentò il lavoro e i risultati ottenuti guadagnandosi così il rispetto e la fama sia in patria sia successivamente internazionali, che in un primo tempo, la famiglia e soprattutto la madre avevano cercato di negarle cercando di dissuaderla dalla sua vocazione.

Grazie ai suoi studi e ai suoi lavori fu cambiato il modo di costruire gli ospedali, di organizzare i reparti di ostetricia e di gestire le caserme .

Già al suo ritorno dalla Crimea, fu accolta in patria come una eroina e trascorse tutti i restanti anni della vita, terminata nel 1910, a fornire consulenze ai Governi di mezzo mondo, tra cui India e Stati Uniti, su come dovevano essere costruiti gli ospedali e organizzati i servizi assistenziali, soprattutto quelli infermieristici.

Grazie a lei si deve la concezione moderna di infermiere che nel tempo ha assunto sempre più rispetto e dignità professionale, tanto che oggi tale qualifica si ottiene dopo un percorso universitario a cui seguono anche master e corsi di specializzazione specifici.

Un ruolo tale a cui si è dato riconoscimento proprio con l’istituzione della giornata mondiale dell’infermiere, celebrata un po’ in tutti paesi.

In Italia sono oltre 430mila gli infermieri (uomini e donne) che esercitano la professione “più vicina di qualsiasi altra ai bisogni di salute degli individui di ogni età, sesso, confessioni religiosa e nazionalità”.

Così si è espresso ieri il sottosegretario di Stato alla Salute Vito De Filippo ricordando come Papa Francesco avesse solennemente affermato che se Dio avesse le sembianze umane avrebbe quelle di infermiere e ricordando anche come un altro papa, Giovanni XXIII fosse stato infermiere prima di prendere i voti.

2016-05-12 13.37.16Le iniziative di San Marino

Anche la Repubblica di San Marino da tre anni ha iniziato a celebrare con forza la giornata internazionale dell’infermiere, giunta nel 2016 alla 12° edizione e ieri sono stati annunciati dai vertici della sanità biancazzurra alcune importanti iniziative. Il segretario di Stato alla Sanità Francesco Mussoni ha infatti dichiarato l’intenzione di ripristinare un percorso di laurea infermieristica sul Titano, come era avvenuto nel 1998 e fino al 2008 e con l’Università degli studi di San Marino si pensa anche all’istituzione di un master, probabilmente rivolto all’assistenza territoriale.

Mussoni ha anche garantito il suo pieno appoggio all’istituzione dell’ordine professionale degli infermieri, come richiesto dagli stessi alla commissione per le libere professioni.

Al fianco degli infermieri sammarinesi anche i vertici dell’Istituto per la sicurezza sociale che hanno ricordato gli investimenti in formazione, la valorizzazione del ruolo anche attraverso l’assunzione di incarichi di responsabilità e gestionali sempre più importanti.

Il direttore sanitario Dario Manzaroli ha ricordato come dei circa 250 infermieri operanti in Repubblica, solo uno sia ancora un infermiere generico e per altro vicinissimo alla pensione, mentre il resto del personale infermieristico è rappresentato da infermieri e infermiere professionali.

“L’infermiere lo valorizzerò sempre – ha concluso il direttore generale Bianca Caruso – e vorrei che questo fosse l’anno degli infermieri, non solo la giornata”.

Franco Cavalli

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