Il centro storico di San Marino è un luogo magico e poetico, ogni sasso ha una bellissima storia da raccontare, può essere scelto come meta ideale per trascorrere il giorno di San Valentino, molti dei suoi angoli più suggestivi possono essere uno sfondo perfetto per una dichiarazione d’amore con tutti i crismi.
Dopo aver varcato Porta San Francesco e percorso via Basilicius ci troviamo in Piazzetta del Titano, percorrendo la Galleria Cassa di Risparmio arriviamo al Giardino dei Liburni.
Al centro c’è una Fontana, costruita negli anni ’60 con il sostegno del governo americano e dalla quale sgorga acqua del Torrente di San Marino.
La strada che costeggia Palazzo Pubblico termina con una bellissima terrazza denominata il Cantone.
E’ uno degli angoli più belli della Repubblica di San Marino, offre una vista davvero spettacolare, l’occhio dell’osservatore può liberamente spaziare sui monti e sul mare.
Anticamente vi tenevano una colubrina (cannone a mano) ed un uomo di guardia. In quest’area si trova il busto in bronzo di Bartolomeo Borghesi, realizzato da Giuseppe Romagnoli, inaugurato il 16 novembre 1904, dedicato al principe dei numismatici , insigne archeologo e numismatico di Santarcangelo, accusato e condannato a morte per la sua appartenenza alla società segreta “la Carboneria”,che a San Marino trovò rifugio ed ospitalità nel 1821 e dove rimase sino alla morte (16 aprile 1860), abitò per lunghissimi decenni in una casa nelle vicinanze della Pieve e costruì un magnifico giardino degli “Orti Borghesi”
tappa ideale per tutti gli innamorati in virtù dell’incanto che caratterizza questo luogo,dal quale si gode una splendida vista e con al centro una cisterna molto antica del Trecento, era vietato gettarvi rifiuti o lavare panni nelle adiacenze del pozzo, si voleva evitare il propagarsi di epidemie. Ricco di fascino è anche il Passo delle streghe, una strada raggiungibile girando a sinistra all’uscita della Prima Torre, secondo una leggenda è in coincidenza di questo tratto che le streghe erano solite riunirsi nelle notti più buie e spaventose, prediligendo come location per le loro adunanze rocce e vegetazione selvaggia.
Da qui si raggiunge il Passo dei cani attraverso un camminamento scavato nella roccia.
Il luogo mutua il suo nome da un’usanza barbara e triste, da quassù pare venissero buttati i cani dei quali ci si voleva disfare.
Chiara Macina