SOLD OUT PER IL RHEX, meglio conosciuto come Sigep
Per la prima volta, quest’anno ho partecipato al Sigep in una veste diversa, nuova e tecnica. Il mio intento era quello di curiosare tra le corsie, senza seguire un vero e proprio programma – cosa assai difficile per me – mi sono lasciata rapire, dall’atmosfera e dall’energia presente.
201.321 visitatori (dati ufficiali fiera di Rimini) un vero record di visitatori professionali. Affiancarsi ai grandi nomi del calibro di Iginio Massari o Emmanuele Forcone, assistere ai loro show, sbirciare la loro leggiadria nel maneggiare gli attrezzi del mestiere, è un’esperienza davvero unica, a cui segue un’impronta, indelebile: l’assaggio. L’assaggio è quasi un’esperienza mistica, ogni preparazione viene quasi “osannata” nei colori, nella mise en place, nella luminosità con cui parla al pubblico, durante e dopo gli assaggi, nel tempo.
Siamo decisamente in un mondo Foodoriented e il cibo rappresenta non solo un nutrimento, ma molto, molto di più, usando solo alcune delle frasi citate da Albanese, “il cibo è Vita, scambio, denaro, è potere, è est è ovest è casa e strada, è gioco e lavoro, è festa, è moda, è presente e futuro, è mio e tuo, è di tutti”
Con un’attenzione simile nell’anno appena concluso dell’Expo, un evento del genere non può passare inosservato.
La cosa che mi ha fatto sentire a casa? Una densità di odori, colori e provenienze, un mercato attento e di ampio respiro cosmopolita, quest’anno al Sigep ben 41.122 operatori provenivano da ben oltre 150 Paesi, un paradiso, per chi mi conosce bene e sa quanto adoro il perfetto melting pot culinario dato da profumi, esperienze, viaggi, ingredienti e tecniche di cottura diverse, che possono solo esaltare al massimo, le nuances di un mondo cosi variegato.
E dopo gli aromi dal mondo, veniamo alla mia materia, quella con cui ogni giorno convivo, quella di cui parlo, divulgo, mi aggiorno e studio: l’alimentazione naturale, in questo caso, la pasticceria naturale. Quest’anno importanti novità per me, e una piacevole scoperta nel rendermi conto che il mondo del gelato e della pasticceria nazionale e internazionale, ha strizzato l’occhio al naturale, al ”tuttosenza”.
Parole d’ordine: sano, leggero, bello, buono e, funzionale.
Goderecci di tutti i tempi è ora di accettare la sfida del nuovo millennio che celebra un’attenzione non solo agli ingredienti, ma alla loro provenienza… e se fino a qualche anno fa pensare ad una torta dairyfree era pura utopia oggi tra le corsie… intolleranti, vegetariani e vegani potevano davvero fare una bella street degustazione.
Scelta degli ingredienti quindi, sotto la lente di ingrandimento di chef famosi, “rispetto di alti standard di qualità, senza dimenticare l’aspetto salutare”. Proposte che puntano alla sperimentazione e sfiorano la “sostenibilità”. Gusti sorprendenti e ammalianti con basi vegetali, biologiche al coriandolo, al risotto alla milanese o quelli abbinati a preparazioni salate, proposte dall’eccentrico chef parigino Jonathan Blot, che ha proposto il gelato al lardo di colonnata, bufala affumicata, mandarino e peperoncino e molto altro. Anche la pizza, da sempre, prodotto tipico dell’eccellenza italiana all’estero, ha proposto impasti con farine antiche, rivisitazione di gusti tradizionali e vegani, ospitando addirittura un contest con la presenza di Vegan Ok, marchio certificatore di prodotti a base vegetali.
Mi lascio alle spalle questo grande evento, davvero entusiasta dei nuovi trend, benvenuta alimentazione sana e gustosa, benvenuta alimentazione anche vegetale
Arricchire le classiche e golose torte e dolci della tradizione anche con una versione salutistica è un ottimo segnale, e come sosteneva Fuerbach, “Per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio”
Buon salutare dolce a tutti!!!!!!