lunedì , Gennaio 20 2025

Fratelli sorelle e luna piena in cancro

All’aeroporto la gente parte, arriva o aspetta.

Io inganno l’attesa all’interno di una libreria, cerco da un po’ di tempo un titolo che pare sold out ovunque, ma qui ne hanno ancora qualche copia. Trovo sullo scaffale vicino alla cassa degli occhiali esposti in bella vista, mi sembrano da sole, con la montatura rossa, lo stesso colore della giacca che indosso oggi, invece sono “da luna”, questo promette a carattere cubitali il “cavaliere” posizionato vicino a loro “….”.

Questa sera ci sarà luna piena in cancro, sorrido pensandoci, perché luna e cancro sono vicini a me, il mio segno zodiacale e l’astro che guardo ogni sera, ripeto sempre una frase “la luna ha una parte luminosa e una scura siamo noi a decidere da che parte stare”.

Io oggi mi sento felice e in piena luce.

Oggi non poteva che esserci una congiuntura astrale di questo tipo, perfetta per il ritorno di mio fratello Carlo.

“Fai tre inchini alla luna e ti arriveranno soldi” questo mi diceva la nonna Anna quando ero piccola.

“Sino alla luna e ritorno” mi dicevano per quantificare la grandezza dell’affetto”.

“Quando sarà piena arriverà il tuo bimbo vedrai” mi consolavano le amiche nei giorno dopo la data presunta per il parto, quando la mia pancia sembrava sul punto di esplodere e pareva mio figlio non avesse fretta di nascere”.

Oggi la luna piena in cancro è preceduta dall’arrivo di Carlo che all’improvviso vedo davanti alla libreria con un trolley in una mano e un tubolare sotto braccio, ripenso alla prima volta che l’ho visto, i lembi del ricordo e quelli del presente si congiungono nel mio cuore, ho i tacchi alti ma corro lascio il libro sul bancone e vado da lui, ho sentito molto la sua mancanza in queste settimane densissime di vita, novità, bronci e sorrisi.

Un abbraccio fraterno produce un effetto immediato, è come essere dentro a un incastro perfetto, in una dimensione emotiva in cui il tempo sembra fermarsi e l’anima si espande libera perché è finalmente circondata da confini che la abbracciano senza comprimerla, la delimitano senza tracciare nessun segno. Provo la stessa sensazione di sempre: mi sembra di tornare a casa, nella parte più vera di me.

Io quando abbraccio Carlo sento tutta la sua energia, ho risposte senza fare domande, ho rassicurazioni senza mai dover dare troppe spiegazioni.

La nostra simpatia è nata subito, tanti anni fa, ormai “stiamo diventando ragazzi grandi insieme”, è impossibile non ridere di ciò che dice o non sentirsi contagiati dalla sua esuberanza, ma la nostra fratellanza è il frutto di tanta, tanta tantissima cura reciproca, rispetto e affetto infinito.

 A volte come nella migliore tradizione tra fratelli abbiamo fatto bisticci, ci siamo “tenuti” un po’ il muso, ma ci ha sempre accompagnato un desiderio comune :sospendere ogni forma di giudizio reciproco che le circostanze a volte ci presentavano, allargare il cuore.

Sempre e comunque.

Ci sono persone che, anche con grande intensità, ci accompagnano per un po’ e poi ci si allontana, qualche tempo fa ho letto da qualche parte che quando due anime si incontrano e si sono vicendevolmente scambiate la lezione che era destino si impartissero si allontanano. Noi abbiamo ancora tanto da insegnare e imparare l’uno dall’altro, non ci siamo mai allontanati, guardati ora da più vicino ora da più lontano, quasi sempre molto vicini, ma mai persi. Non gli chiedo aiuto se non quando sono davvero in difficoltà, un po’ per carattere un po’ perché mai vorrei appesantirlo, ma non c’è un giorno in cui io non pensi che in caso di disastro io posso sempre contare su di lui.

E’ un pensiero che mi fa stare bene, una delle certezze della mia vita. A volte gli dico “Io sono la sorella maggiore tu sei il fratello minore”, lui mi guarda e dice “Mica vero dipende, a volte tu minore, a volte io maggiore e viceversa”.

Io sembro più responsabile in apparenza, più rassicurante, ma lui ha meritato a tal punto la mia fiducia che gli ho permesso di entrare in una zona di me molto precisa, quella dove sono riposte le mie fragilità, le mie insicurezze, certa che non corro nessun rischio. C’è un pensiero che mi accompagna da sempre e forse gli ho detto “Con un vero matto (nel senso più buono del termine) non devi perdere mai tempo a spiegarti. Lui capisce sempre”.

Carlo è il fratello che io ho scelto, quello che di cui ho cura, quello che qualsiasi cosa accada…noi la sistemiamo insieme.

Mi viene sempre in mente lo stesso episodio di tanti anni fa: siamo davanti al suo ufficio, abbiamo discusso per qualche cosa, ci lanciamo qualche frecciatina, poi io mi accorgo che ha ancora quella bruciatura che mi ha raccontato essersi fatto con il tè bollente pochi giorni prima, dimentico il motivo del litigio gli guardo la mano, se ne accorge me la porge e mi chiede “va meglio?” e subito ci dimentichiamo della discussione di qualche minuto prima.

Noi questo facciamo: ci prendiamo cura l’uno dell’altra.

I fratelli fanno così…un broncio e un sorriso, un abbraccio e una tirata di capelli. La vita non è sempre una passeggiata, ci sono giorni pesanti ma  sapere di poter contare su certe persone, su un vero fratello, spinge qualsiasi nube un po’ più in là.

Chiara Macina

 

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