giovedì , Novembre 14 2024

A colazione con l’unicorno

A colazione con l’unicorno

 

camera dei bimbi

Un cioccolatino a lungo conservato e che si ritrova un giorno tutto squagliato dal caldo

Una borsa di pelle riposta via per anni e tirata fuori dalla scatola piena di tagli procurati dallo scorrere del tempo

Caramelle assortite in una bellissima scatola di latta vintage che si decide di aprire solo che la scadenza del prodotto è passata da un bel pezzo

Capita a volte davanti alla bellezza di non avere il coraggio di viverla non sino in fondo almeno, non totalmente, per paura di sporcarla, rovinarla, o semplicemente riportarla a una dimensione ordinaria, privandola di tutto quel carico di magia ed energia emozionale che sentiamo al principio di un percorso, di un’avventura di un gioco che per quanto avvincente non sarà mai bello come la prima volta che lo abbiamo scoperto.

Sarà semplicemente diverso.

Come mangiare una scatola di cioccolatini deliziosi sapendo che prima o poi arriverà il momento di scartare l’ultimo e rovinandoci un po’ il gusto sublime di ciascuno, inquinandolo con la paura di una fine nelle nostre previsioni ineluttabile.

C’è sempre un trucco che ci salva dalla paura, vero e semplice come il mondo: si vive un oggi alla volta. Si vive con coraggio e autenticità.

C’è un’aforisma al vertice di questa paura “se tutto ti va bene e ti senti felice, allora poi tutto avrà fine e starai malissimo”, di certo c’è una ferita antica, atavica che ogni tanto fa cucù, quella dell’abbandono e del rifiuto.

Quando sperimentiamo qualcosa di bello, vorremmo che durasse per sempre ed abbiamo paura del cambiamento. Quando viviamo qualcosa di brutto, vorremmo che cambiasse in fretta.

Mai precludersi la bellezza di un’alba, anche se inesorabilmente lascia spazio ad altro, com’è nella natura delle cose.

Un palloncino legato saldamente al polso di una bambina che sente più la paura di perderlo che la gioia di un tesoro attaccato a lei da mostrare con orgoglio.

Come si supera la paura di perdere qualcosa di bello evitando di mettere in campo tutto ciò che ne consegue e che ci fa stringere troppo o scappare in anticipo?

La risposta è semplice: credendo nella bellezza di un unicorno.

Credo negli incontri che sanno regalarmi una visione più ampia di me stessa, tanti sorrisi e una risonanza continua con le mie emozioni.

Io credo agli unicorni, credo in chi ha la voglia di mostrarmi quanta bellezza c’è nel mondo, a chi mi invita a fare amicizia con le mie paure, non semplici paure, ma l’occasione per migliorare me stessa, vis a vis con emozioni che mi indicano come una bussola il cammino da percorrere.

Un unicorno con un’appendice così robusta sulla testa da riuscire a spingere un po’ più in là ogni mia paura e due ali così forti da riuscire a darmi concretezza e centratura accarezzando sempre la mia parte più magica.

L’impermanenza è la transitorietà dei fenomeni: tutto è passeggero, tutto muta, niente è eterno. Credere alla permanenza di una sensazione, di un’emozione o di una relazione è illusorio.

L’accettazione di questa verità permette uno sguardo sereno, leggero sul fluire delle cose.

Chiara Macina

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