Paolo Boccia ospite del “Caffè letterario del Titano”
Sabato 18 maggio Paolo Boccia è stato ospite del Caffè letterario del Titano, la rassegna letteraria dedicata agli autori ideata da Zoomma.news che si svolge presso lo spazio espositivo della Carlo Biagioli srl i via 25 marzo a Domagnano-Repubblica di San Marino.
L’autore ha presentato il suo romanzo “Dal mio punto di vista”, al centro della narrazione la sua vita umana e professionale, una narrazione autobiografica, il viatico di un’esistenza che ha subito un profondo mutamento e cambio di prospettiva a seguito di un incidente stradale che nel 1984 ha fatto perdere la vista a Paolo.
“Non mi chiamare non vedente io sono proprio cieco, è importante chiamare le cose con il loro nome- esordisce in questo modo Paolo- schietto e sincero come in ogni parola del suo libro- dal giorno dell’incidente è cominciato un percorso che mi ha condotto a diventare l’uomo che sono oggi, con un lavoro e una famiglia che amo”.
Paolo ha conseguito la laurea in fisioterapia e lavora presso l’ospedale CTO di Firenze dal 1990. Ha iniziato giovanissimo a trasmettere come speaker in radio, per poi fondare, nel 1991, l’agenzia di management Master Star.
“Alla fine di una salita c’è sempre una discesa, il tratto impervio l’ho affrontato tutto- racconta Paolo-senza focalizzarmi su quello che non avevo più ma concentrandomi su quel quid pluris che la mia condizione mi ha dato, prima il giudizio che avevo delle persone era sempre inficiato dalla componente fisica, la bellezza visiva di un volto o di un corpo, gli abiti, la corazza esteriore, ora ciò che mi arriva subito è la bellezza interiore, quella o ce l’hai o no, non è possibile barare davanti ai miei occhi che come dice mia figlia Rachele non vedono ma vedono“:
La ricetta della felicità per Paolo?
Coltiva le sue passioni con entusiasmo : le auto, gli animali, in particolare i cani e i viaggi che gli permettono di conoscere costumi, sapori e profumi del mondo, ma soprattutto la musica.
“Quando tutto intorno a te diventa improvvisamente buio, non ti resta altro da fare che trovare un altro modo di vedere le cose, di costruirti un’altra strada che non solo ti dia uno scopo e un posto nella società, ma che ti faccia sentire felice, soddisfatto, appagato di quello che hai e di quello che sei. Certo le difficoltà ci sono, e non sono poche, non ci si nasconde dietro a un dito ma si possono e si devono superare. Abbattersi non serve.
Per me ci sono state la musica, che è diventata anche un lavoro e mi ha messo in contatto con artisti famosi e con dilettanti pieni di entusiasmo, e la fisioterapia, che è il lavoro che faccio con passione per l’aiuto che riesco a dare agli altri con le mie mani, che sprigionano energia”.
Paolo ha parlato di colori e ricordi visivi, è voluto tornare appena arrivato a San Marino in Piazza del Titano, dove era stato con suo padre tanti anni fa quando ancora vedeva, ha visitato il museo tattile “Tactilia” al Cantone, il suo “vede senza vedere” si è tradotto in tante espressioni verbali genuine e divertenti, un’ironia contagiosa, una leggerezza d’animo che si tramuta in una progettualità continua e uno sguardo interiore profondo “il colore dell’energia per me è l’arancione- spiega Paolo- lo riesco a vedere quando tratto come fisioterapista un paziente- quando c’è uno scambio energetico tra la mia e quella di chi ho davanti”.