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Amore o “cavallo di Troia”?

Amore o Cavallo di Troia?

di Anna Chiara Macina

Secondo la mitologia greca, la guerra di Troia si concluse grazie a uno stratagemma: i Greci, dopo aver invano tentato l’assedio  alla città per dieci anni, riuscirono a penetrare al suo interno nascondendosi in un grande cavallo di legno che i Troiani, pensando a un dono lasciato in onore degli dei, portarono dentro le mura.

In virtù di questa leggenda, l’espressione “cavallo di Troia” ha assunto un significato metaforico per designare chi riesce a entrare in un ambiente facendosi passare per qualcuno di diverso da quello che è. L’espressione è entrata a fare parte anche del linguaggio informatico: cavalli di Troia (Trojan horse o semplicemente Trojan) sono chiamati dei malware che entrano nei computer all’interno di programmi “buoni”.

A volte permettiamo a qualche “cavallo di Troia” di annidarsi nel nostro animo e di metterci radici profonde, lo facciamo quando porgiamo a una persona un abito ben preciso, vestendolo dei nostri più intimi bisogni emotivi: le carenze le necessità più profonde, il desiderio di essere guardati intimamente e poi lo abbracciamo forte, non rendendoci conto che in realtà si tratta di un impostore, più o meno consapevole, che noi stessi abbiamo creato.

E’ spesso reciprocamente involontario.

Uno veste e uno si traveste.

Questo cavallo può essere una persona che seppur animata da buone intenzioni è trasfigurata attraverso il filtro dei nostri bisogni emotivi.

A volte può invece essere volontario e “doloso”, sono le ipotesi in cui l’altro sfrutta le fragilità e i bisogni emotivi per arrivare alla “stanza dei bottoni”, quella dei sentimenti.

C’è poi anche un’altra lettura: un “cavallo di Troia” può anche essere considerato un evento al quale si permette di superare le nostre difese, le barriere e che poi annulla completamente le nostre “mura” le protezioni che negli anni ci siamo costruiti.

“E’ una gioia stare nascosti ma è un disastro non essere trovati”.

Identificare un cavallo di Troia è utilissimo, ci permette di capire chi non lo è, con chi ci rapportiamo in modo autentico, con chi non accetta di indossare abiti fasulli, e a non inventare figure mitologiche per colmare le nostre ferite, godere della bellezza di ciò che si ha davanti nella sua autenticità. L’esperienza più bella che l’animo umano possa conoscere.

“La quercia e il cipresso non crescono l’uno all’ombra dell’altro (Kahil Gibran)”.

Per  far durare l’amore ognuno deve avere i suoi spazi. Mai annullarsi o peggio trasfigurarsi per l’altra persona.

Cantate, danzate e gioite insieme, “ma fate che ognuno di voi possa star solo”.

Come capire se è vero amore o un cavallo di Troia

-Non riuscite quasi a guardarvi negli occhi per l’intensità delle emozioni che quello scambio di sguardi vi innesta.

-Fate sacrifici l’uno per l’altra senza che vi pesino minimamente. Anzi, per lui, faresti qualsiasi cosa. Non vi interessa compiacervi, ma semplicemente rendervi felici, sapere che entrambi state bene.

-Sai che non potrebbe mai e poi mai farti del male e tu, a tua volta, non faresti mai qualcosa che lo ferisca.

-Agite da vera squadra, vi dite tutto.

-Ognuno di voi due può crescere come persona, ha il proprio spazio libero, ha i propri tempi.

E va benissimo così.

-Ti importa quello che lui pensa di te, a lui importa quello che pensi di lui, sapete scambiarvi punti di vista, valutate sempre il parere reciproco quando si tratta di prendere decisioni.

-Sei consapevole di cosa lo ferisce e ne tieni conto, lo stesso fa lui.

-Vi aiutate a risolvere le vostre insicurezze, vi date coraggio, tifate l’uno per l’altra. Sempre.

 

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