Amore mio
di Lara Swan
Amore mio,
ho bisogno di scriverti. So che non dovrei, perché è estremamente pericoloso che altri occhi leggano questa lettera, ma non posso farne a meno. Solo il pensiero che ti avrei ritrovato in queste mie poche righe mi aiuta a non affogare nel dolore.
Si è alzato un vento gelido che fischia attraverso le imposte e la candela ha rischiato più volte di spegnersi. È notte fonda in questa piccola stanza diventata ormai la mia prigione e io tremo, nonostante nel camino la brace corteggi l’ultimo ciocco. Il freddo è dentro di me da quando ti ho lasciato.
Il ricordo dei momenti vissuti assieme, preziosi più dell’oro, invece di scaldarmi ed essermi di sostegno, aumenta l’angoscia della tua mancanza.
Quella volta, nonostante lei avesse giocato la sporca carta del ricatto non avevo ceduto.
Mi sembra di vederla ancora davanti a me, impettita nel suo abito elegante, fissarmi con aria di sfida e con un tono sprezzante sottolineare il mio misero stato sociale. Ricordo che mi ribellai con forza, rispondendole che il nostro amore avrebbe superato ogni ostacolo, che poteva annegare nella sua ricchezza e strozzarsi con il vessillo del suo casato. Ero certa del tuo amore e sapevo bene che nei suoi confronti nutrivi solo sentimenti fraterni, sentimenti che lei aveva travisato.
Superata quella prova, purtroppo, me ne aspettava un’altra.
Nelle lunghe notti insonni mille volte ho pensato a come sarebbe stata la nostra vita se avessi agito diversamente. Una tortura inutile, perché in quelle ore angoscianti che odoravano di morte, mi sembrò la decisione migliore. Dovevo scegliere fra la carriera della tua vita e nostro figlio. Quel figlio del quale non eri a conoscenza. Sotto una tremenda minaccia ho scelto lui e lasciato andare te.
Quante volte ho pensato di incontrarti e confessarti ogni cosa, affrontare la tua collera e sperare nel tuo perdono, ma non ne ho avuto il coraggio.
Poi la tragedia. Il nostro piccolo, mai nato, è volato tra gli angeli e io non sono stata più la stessa.
Come un’ombra ho seguito da lontano la tua vita, gioito dei tuoi successi. Tu eri e sei ancora libero, io non più, perché schiava dei sensi di colpa. Avevo firmato la mia condanna con le mie stesse mani.
La mia anima è distrutta come lo è il mio corpo. Il medico mi ha detto di non perdere la speranza perché, a volte, i miracoli accadono. Il miracolo più bello sarebbe vederti apparire sulla porta e morire fra le tue braccia, dopo un ultimo tuo bacio.
Forse un giorno la verità verrà a galla o forse no.
Mi avvolgo nell’abbraccio di quell’amore che nutrivi per me. Unico. Vero. Eterno.
Sono certa che tu non mi abbia dimenticato. Ti ho amato e ti amerò oltre la vita.
Qualcuno sta bussando…
La penna cadde a terra, nel camino una fiammata bruciò la carta di riso, mentre una ventata gelida tentava, invano, di spegnere l’ultima fiammella.
La lettera ha partecipato al concorso “A San Valentino dillo con una lettera” organizzato da zoomma.news