Cose da dire alla mia ansia
La mia amica ansia mi ha sempre parlato tanto, a volte mi è stata anche utile, quando mi ha spronata a studiare anche le didascalie dei libri d’esame per evitare brutte sorprese, limitare il campo delle domande improbabili che avrei potuto ricevere, molto più di frequente mi ha appesantito spalle e cuore, come fosse un peso, una zavorra, un’entità fastidiosa e molesta che mi ha impedito di volare, prendere decisioni di petto e coraggiose.
Identifico l’ansia con il rimuginare sulle cose, come lo sviscerare qualsiasi piega e sfumatura gli eventi possano prendere prima del loro inizio stesso e di conseguenza vanificandone ogni effetto, ogni sviluppo, ogni possibile prospettiva.
Qualche tempo fa ho letto che il miglior modo per tenere a bada l’ansia e non farsi sovrastare è parlarle come fosse una vecchia amica e chiederle “Perché sei venuta da me? Cosa mi vuoi dire? Di che cosa hai bisogno?”
Io ho provato a farlo, l’ho ascoltata, le ho parlato e ho capito che altro non è che paura per eventi che non posso controllare, collocati in uno spazio che ancora non esiste chiamato futuro o che non mi appartiene più il passato.
E’ da un po’ di tempo che la mia ansia non mi parla più, dopo avermi in gioventù profetizzato eventi apocalittici di ogni sorta “Il signore in treno davanti a me non è che è uno psicopatico e tra poco si fa esplodere? La mia casa sarà ancora in piedi stasera o non la troverò più?” . E’ diventata silenziosa tutto all’improvviso, da quando ho cominciato a godere un po’ più del presente , da quando ho realizzato che la sola persona alla quale delegare la mia felicità sono io, e soprattutto che non esiste giorno migliore di quello in cui lasci andare le cose che non puoi cambiare.
L’allegria
La mia allegria veste i colori del giallo e dell’arancione nelle loro tinte più accese e sgargianti, mi viene a trovare in momenti inaspettati, quando cammino al mattino ascoltando la musica e sono così leggera e rilassata da provare il desiderio di correre a perdifiato senza pensare alle conseguenze, senza calcolare che dopo pochi minuti sembrerò un cagnolino ansimante stordito dalla fatica dopo una lunga corsa, mi fa spuntare le ali e mi conduce in alto, altre volte mi fa visita durante una chiacchierata con un’amica dell’anima, quando ci raccontiamo le nostre capriole da donna, quel body fantastico che si ti toglie una taglia ma anche ti manda in crisi respiratoria tanto stringe, o quando improvviso siparietti per fare ridere i miei figli e canto e ballo come fossi Eather Parisi.
L’allegria è leggera e liberatoria.
La passione
La passione veste il colore del rosso, mi fa buttare il cuore al di là dell’ostacolo e arrivare ovunque io desideri, azzera il mio senso critico, la logica e il pensiero razionale per lasciare spazio al desiderio del corpo e dell’anima e dare a entrambi un godimento.
La malinconia
La malinconia è la tristezza che si alleggerisce per lasciare spazio al ricordo, a quella struggente sensazione che si prova quando si accarezzano quelli più belli, quelli che hanno fatto in modo che diventassi la persona che sono, quando si ripensa a chi c’è stato e ora non c’è più oppure a quando si realizza che le cose non sono andate come desideravamo, ma va bene così, abbiamo mollato il colpo, siamo pronti a voltare pagina e andare oltre.
La rabbia
La rabbia veste di viola, ci trasforma in piccoli Apache, ci fa dire le cose anche quelle più giuste nel modo sbagliato, urlando o proferendo parole di gelo. Ci strozza la gola ci impedisce di respirare e le parole che escono provengono non da noi ma dalle nostre ferite, sono loro a parlare e lo fanno versando sangue.
“Dire le cose sbagliate avere le intenzioni giuste”, capita spesso e molte volte con le persone che sono più importanti per noi, si dice mi stressi! Si vorrebbe dire mi emozioni, si ripete faccio io che è meglio! Si vorrebbe dire vorrei che tu riposassi e fare io qualcosa per aiutarti, si tira la fune, si strattona, si fanno tentativi e si mette alla prova l’altro per comprendere se dall’altra parte c’è una mano che la tiene saldamente quella fune, oppure se la lascia andare, si misura l’affetto lo si mette in gioco.
Quello che dovremmo imparare a fare è permetterci di vivere le nostre emozioni, senza avere paure o aspettative in merito al risultato che producono.
“Chi è felice ha ragione”.
Chiara Macina