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Il mito rock della Riviera Romagnola

Due libri e un inedito dj set, omaggio a Rimini di Pier Vittorio Tondelli, sono il punto d’inizio per ripercorrere il mito rock della Riviera Romagnola. Un viaggio a ritroso negli anni Ottanta e Novanta nella capitale della vacanza nazional popolare, dove conviveva tutto e il contrario di tutto. Ad accendere i riflettori su quegli anni fantastici carichi di aspettative, dove si creavano mode a profusione e tutto sembrava possibile, è stato il festival (In)Verso: parole, suoni, percorsi tra le pagine.

Venticinque piccoli editori nazionali, di cui nove in rappresentanza del meglio della produzione romagnola, si sono dati appuntamento lo scorso fine settimana a Santarcangelo, nell’ambito del festival ideato da Massimo Roccaforte, anima dell’associazione culturale riminese Interno4. Il progetto, sostenuto dal Comune di Santarcangelo, ha trovato spazio all’interno del Cantiere Poetico dedicato al poeta Raffaelo Baldini nel decennale della sua scomparsa, dando vita a una settimana carica di emozioni. In particolare quelli a marchio (In)Verso sono stati tre giorni di musica, video, presentazioni di libri, con un fuori programma tutto dedicato a Rimini e al suo mito.

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Venticinque piccoli editori nazionali, di cui nove in rappresentanza del meglio della produzione romagnola, si sono dati appuntamento lo scorso fine settimana a Santarcangelo, nell’ambito del festival ideato da Massimo Roccaforte, anima dell’associazione culturale riminese Interno4. Il progetto, sostenuto dal Comune di Santarcangelo, ha trovato spazio all’interno del Cantiere Poetico dedicato al poeta Raffaelo Baldini nel decennale della sua scomparsa, dando vita a una settimana carica di emozioni. In particolare quelli a marchio (In)Verso sono stati tre giorni di musica, video, presentazioni di libri, con un fuori programma tutto dedicato a Rimini e al suo mito.

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Fresco di stampa e ripresentato a Santarcangelo dalle due autrici, Simonetta Belli e Valentina Secci, il libro “Slego e Velvet. La prismatica riviera del rock” (Italica Edizioni) ricostruisce trent’anni di rock alternativo sulla riva dell’Adriatico, direttamente dalla voci dei protagonisti che ricordano mode, tendenze, musiche, ma soprattutto tanti, tantissimi, aneddoti a partire dalle “gloriose risse” che spesso animavano il locale di Viserba. Protagonista di questa lunga stagione musicale, ricercata e ribelle, è il compianto dj Thomas Balsamini, colonna portante dei due locali. Tutto ha inizio negli anni Ottanta, lo Slego diventa un punto di riferimento per un certo modo di intendere la notte. Nessuna patina glam da disco. Piuttosto lì sono anni sperimentali, pieni di contraddizioni. Anni dove andava forte il bianco e nero. All’epoca un gruppo di amici trasforma la balera di una casa del popolo di Viserba (il dancing La Sirenetta) in un angolo di Londra. Il locale diventa un tempio per dark e skinhead, per punk crestati e rockabilly, per i mods in parka, e per tutti i ragazzi e le ragazze che vogliono assaporare il gusto della musica alternativa. I cellulari dovevano ancora arrivare e la fotocopiatrice era il massimo della vita. Utile tanto per stampare le locandine delle serate, in rigoroso bianco e nero, quanto per azzardare delle improbabili opere d’arte, realizzate con lo scatto fugace del movimento del foglio e il coperchio alzato della macchina. Lo Slego grazie alla guida di Balsamini e di altri personaggi precorritori dei tempi si fa conoscere in tutta Italia, e non solo. Sul suo piccolo palco si avvicendano alcuni dei più importanti nomi dell’underground internazionale – dai Fuzztones ai Ramones, dai Blur ai Nofx – e muovono i primi passi i migliori gruppi della scena indipendente italiana: Litfiba, Casino Royale, Subsonica, Bluvertigo, Afterhours, Marlene Kuntz. Un successo che nemmeno le scelte immobiliari che portano alla distruzione del “piccolo grande tempio musicale”, per farne un condominio, assopiscono. Negli anni Novanta infatti la sua anima trasmigra a pochi chilometri di distanza, al Velvet di Sant’Aquilina, che ne raccoglie l’eredità, testimoniando le tendenze musicali degli anni Novanta: grunge e hip hop, brit pop e revival punk, aprendosi, nel nuovo millennio, anche all’elettronica, senza mai perdere la sua vocazione di musica alternativa.

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Altra pietra miliare per ripercorrere il mito rock della Riviera Romagnola è il romanzo dello scrittore emiliano Pier Vittorio Tondelli Rimini. NicoNote, la più Tondelliana delle artiste riminesi, lo ha “riletto” alla sua maniera a distanza di trent’anni dalla sua pubblicazione con un inedito dj set: 30 gradi da Bronski Beat ad Apparat”. Un omaggio alla città-giocattolo, al grande luna park estivo da vivere all’insegna degli eccessi. Protagonista del romanzo è un giovane giornalista milanese spedito a Rimini per dirigere il supplemento estivo del quotidiano. Da questa prima storia se ne dipano altre che mettono in luce il panorama ossessivo del divertimentificio romagnolo. Il libro piace al pubblico, meno alla critica benpensante dell’epoca. Pippo Baudo con una secca virata, dopo avere dato il suo benestare annulla la presentazione a Domenica In. Troppo forte la storia della misteriosa morte del senatore cattolico per la morale dell’epoca. Rimini comunque viene presentato al Grand Hotel di Rimini, nell’estate del 1985, da Roberto D’Agostino. Una presentazione, diranno il giorno seguente le cronache dei quotidiani locali, che va così così. A chiudere la serata è un gruppo molto amato da Tondelli, si tratta dei Violet Eves, con la voce straordinaria di Nicoletta Magalotti. Impareggiabile ancora oggi la loro Listen over the Ocean. Nei corsi e ricorsi della storia. Nicoletta Magalotti, in arte NicoNote, nella serata santarcangiolese trasporta tutti nella colonna sonora che Tondelli tracciò in appendice al libro. Al posto dei dischi sulla consolle c’è il computer, ma le sonorità sono quelle dei Bronski Beat, di Matt Bianco, Everything but the girl, Cindy Lauper, Prince, Style Concil, Ultravox e tanti altri ancora fino ad arrivare, per 30 gradi di separazione, ai suoni contemporanei. Un viaggio musicale, per dirla con le parole dell’autore, in quel “non luogo dove i sogni si buttano a mare”.

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La mostra del libro di qualità è un progetto che parte dell’associazione culturale Interno4. L’iniziativa non si esaurisce nella tre giorni santarcangiolese, ma prosegue in giro per l’Italia. Prossima tappa il 3 e 4 ottobre a Faenza, a seguire Roma e Milano.

Antonella Zaghini

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