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Paura d’amare: intervista all’autrice

“Paura d’amare” è il primo romanzo dell’autrice sammarinese Catia Berardi, recentemente presentato al Be Art di San Marino, Carlo Filippini Editore.

A seguire l’intervista all’autrice

“Paura d’amare”: questo il titolo che hai scelto per il tuo romanzo. Che cos’è la paura d’amare?Quando si manifesta? Perché l’hai scelta come titolo?

“La paura d’amare è dovuta alla paura di soffrire; a volte preferiamo non farci coinvolgere dai sentimenti, dall’amore per non farci toccare nell’anima e non rischiare di soffrire, anche se questo comporta non vivere appieno. Questo titolo mi sembrava perfetto per questo romanzo, per far conoscere ai lettori quanto può essere devastante rinunciare all’amore per la paura di quello che potrà succedere dopo, rinunciare alla felicità perché forse potremmo soffrire”.

L’immagine di un delizioso caffè romano è sulla copertina del libro. La città eterna fa da sfondo al tuo racconto?

“Roma è una città sempre affascinante e romantica e mentre scrivevo, mi sembrava di vedere i personaggi che facevano colazione, mano nella mano in un caffè romano e devo ringraziare l’editore Carlo Filippini per aver trovato questo splendido disegno della copertina che ritrae un vero scorcio di Roma”.

Chi sono i protagonisti e come si snoda il racconto?

“Ci sono tre protagonisti ognuno con una personalità diversa: Sara un po’ timida, un po’ introversa che cerca sempre di fare la cosa giusta anche se a suo discapito; Joseph un uomo che ha sofferto tanto e per questo si è creato uno scudo, non vuole più soffrire, vuole solo sentirsi amato, ma non riesce più a vivere la vita appieno; Rosy, una moglie devota che si rende conto di non conoscere il suo uomo fino in fondo, è cresciuta insieme a lui e non si sarebbe mai aspettata che il suo compagno di vita potesse farla soffrire così tanto”.

A quale personaggio ti senti più legata?

“Sara è il personaggio a cui mi sento più legata per la sua onestà, il suo rigore, la sua forza nel dare la possibilità di scusarsi a chi è riuscito a ferirla nel profondo”.

Quanto di Catia c’è nei protagonisti del tuo libro?

“I personaggi del mio libro rispecchiano in parte la sofferenza e le delusioni della mia vita, credo che quasi a tutti sia successo di provare una delusione d’amore, di mettere tutti noi stessi in un rapporto per poi ritrovarci da soli nel momento del bisogno, ma soprattutto in questo libro c’è la sofferenza di ogni donna che come me ha provato l’angoscia di un aborto spontaneo, il vuoto che si sente dopo, quella voglia di stringere tra le braccia quel figlio quando ancora è solo un’idea che viene cancellata da un medico che ti dice che il battito del tuo bambino non c’è e tu cerchi di aggrapparti a quella vita che non esiste più e te la senti strappata via dalla tua carne”.

Cosa rappresenta per te la scrittura?

“La scrittura è sempre stata la mia valvola di sfogo, da ragazzina ero molto timida e introversa e mi sentivo spesso inadeguata, la scrittura mi è stata molto d’aiuto perché mettere nero su bianco la mia sofferenza mi aiutava a tenerla lontana”.

Quando ti dedichi a questa attività?

“Scrivo solitamente la sera, a volte mi succede che sono in macchina da sola, coi miei pensieri e mi viene in mente una frase e allora la tengo a mente fino a quando posso scriverla da qualche parte”.

Solitamente un buono scrittore ama molto la lettura. Chi sono i tuoi autori di riferimento?

“La lettura mi ha sempre attirato molto fin da bambina, prediligo la narrativa del novecento ed in particolare Gabriel Garcia Marquez, Hermann Hesse, Pearl S. Buck, Milan Kundera”.

Hai scritto il tuo libro e poi per un po’ è rimasto in un cassetto. Perché hai deciso di pubblicarlo?

“Ho deciso di pubblicare il mio libro innanzitutto perché stavo passando un periodo non troppo felice della mia vita e quindi avevo bisogno di un qualcosa che mi facesse sentire “viva” e poi perché quando ho avuto la triste esperienza dell’aborto mi sono sentita molto sola e ho pensato che forse anche altre donne si sono sentite così e mi auguro che sappiano invece che non sono sole, che ci sono tante altre madri che hanno provato le stesse cose e che poi sono sopravvissute a quel dolore”.

La presentazione di “Paura d’amare” è di qualche settimana fa. Che emozioni hai provato quella sera?

“La sera della presentazione del mio libro è stata molto al di sopra delle mie aspettative, c’erano tante persone che mi vogliono bene e che hanno creduto in me, c’era mia figlia

con gli occhi pieni di ammirazione, e vedere tutte quelle persone in silenzio ad ascoltare il messaggio che ho voluto mandare è stato a dir poco entusiasmante”.

Che emozioni suscita vedere il proprio romanzo esposto in edicola e in libreria?

“Entrare in libreria dove di solito vado a scegliere qualche bel libro da leggere o da regalare e vedere “Paura d’amare” esposto lì tra gli altri è stata una grande emozione!”.

Attualmente stai scrivendo qualcosa?Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Ho iniziato a scrivere qualche pagina di quello che forse sarà il mio prossimo libro; per ora scrivo per me stessa, poi deciderò se me la sento di pubblicare ciò che ho scritto, di certo non smetterò di scrivere e di incitare alla lettura che sa dare grandi emozioni.

Ho sempre pensato che se si trova anche una sola frase che ci colpisce in un libro apparentemente noioso, vale la pena averlo letto perché ci ha comunque arricchito”.

Il libro è in vendita presso tutte le edicole e librerie della Repubblica di San Marino.

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