Cosa significa “potere” della gratitudine?
La società ci insegna le buone maniere e l’educazione così impariamo fin da piccoli a dire “grazie” quando riceviamo un dono o quando qualcuno ci fa una cortesia. Crescendo non perdiamo questa abitudine che anzi si consolida in noi, così ringraziamo quando qualcuno ci fa gli auguri, quando ci fa una cortesia, quando ci dice qualcosa di carino, quando ci fa un regalo anche se il regalo non ci piace.
E’ un “grazie” detto con la mente, cioè frutto dell’abitudine che abbiamo appreso. Non è un “grazie” spontaneo dettato dal cuore cioè dalla gratitudine che realmente proviamo per quella persona. Quanti di noi hanno ricevuto a Natale regali poco piacevoli e hanno fatto un bel sorriso dicendo “grazie!”? Ecco, quando parlo di “potere” della gratitudine non sto parlando di questo falso “grazie”. Parlo invece di quel “grazie” di cuore che rappresenta la nostra vera riconoscenza verso il gesto che una persona fa per noi, verso una sua parola, verso un suo sorriso o qualsiasi cosa che gradiamo ricevere.
C’è differenza tra un “grazie” e l’altro per la persona che lo riceve?
Per la persona che ci dona qualcosa è molto diverso ricevere un “grazie” per educazione (mentale) o un “grazie” per riconoscenza (dal cuore). Se la persona capisce che il suo gesto è gradito e sente che siamo davvero compiaciuti sarà propensa a ripetere ciò che ci ha fatto piacere. Per questo è importante essere sinceri! Immaginate una suocera che fa una torta di mele alla nuora che non ama la frutta e la nuora sorride e dice “grazie!”. Da quel momento in poi la suocera ogni volta che suonerà il campanello, avrà in mano una bella torta alle mele!
Questo è il potere della gratitudine: dobbiamo usarlo bene. Non significa che dobbiamo rinunciare a ringraziare la suocera per il gesto, ma riconoscere ciò che veramente gradiamo. La gratitudine potrebbe essere espressa così “grazie per aver pensato di farmi una torta, lo apprezzo molto. Purtroppo non mangio mele, ma terrò la torta per il resto della famiglia”. Se la suocera avrà veramente voglia di fare piacere alla nuora, probabilmente le chiederà cosa preferisce e la prossima volta si presenterà con in mano la sua torta preferita.
E se la nuora non apprezza il gesto della suocera?
Si, può succedere quando non abbiamo l’abitudine ad essere grati, allora interpretiamo i gesti degli altri come invadenti o sbagliati. Purtroppo ci concentriamo a guardare ciò che non va, piuttosto che ciò che va e siamo predisposti a criticare invece che apprezzare. E’ importante sviluppare e dare spazio alla gratitudine notando ciò che va, non solo ciò che non va. Questo migliora non solo i rapporti con gli altri, ma anche il rapporto con se stessi.
Quando siamo critici con gli altri nutriamo insoddisfazione e non creiamo un bel clima nelle nostre relazioni o dentro di noi. Se invece cominciamo ad apprezzare gli intenti, i buoni gesti e ciò che va, allora ci rilassiamo nella gratitudine che ci fa essere più sorridenti, pacifici e ben disposti. Non solo l’altro ne sarà più soddisfatto ma anche noi godremo dei benefici interiori che ne derivano. Miglioreremo le relazioni con gli altri e saremo più contenti anche di noi stessi perché avremo imparato ad apprezzare le risorse e le capacità (anche le nostre) che spesso dimentichiamo perché puntiamo gli occhi solo su ciò che non ci piace.
Si può sviluppare la gratitudine?
Tutti abbiamo dei motivi per essere grati! Pensiamo alla salute del nostro corpo che cammina, al sole che ci nutre, al cielo che forma sempre splendidi paesaggi, alla terra che ci dà tanti frutti e così potrei continuare ad elencare tante cose per cui vale la pena essere grati. Sono sicura che ognuno troverà tante cose presenti nella sua giornata. Ogni sera possiamo pensare alle cose della giornata per cui essere grati e magari scriverle su un quaderno,la lettura anche a distanza di tempo non potrà che strapparci un sorriso e rafforzare il nostro senso di gratudine.