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Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: porte aperte ai nuovi talenti del futuro

Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: porte aperte ai nuovi talenti del futuro

«Il Centro Sperimentale di Cinematografia è un luogo in cui il cinema si studia, s’impara, si fa. Un luogo dove i grandi maestri trasmettono agli allievi le proprie competenze e la propria passione. Un luogo dove il cinema si incarna negli artisti che vengono a incontrare i nostri studenti: da Chaplin a Scorsese, da Fellini a Sorrentino», recita la brochure che viene consegnata agli aspiranti allievi, all’ingresso dell’Aula Magna della storica sede del CSC di via Tuscolana a Roma, fondata nel lontano 1935. Nel corso dei decenni la Scuola Nazionale di Cinema è divenuta un’eccellenza nella formazione delle figure professionali che ruotano attorno al cinema. Tanti ragazzi e ragazze si sono presentati all’Open Day di venerdì 13 e sabato 14 aprile, nel corso del quale il CSC ha aperto i battenti per far conoscere la sua didattica e i suoi docenti; tutto questo in vista dell’imminente pubblicazione dei bandi di selezione per le prove che si terranno, come di consueto, nel periodo estivo. Una novità importante, per gli iscritti fuori-sede al CSC di Roma, sarà la possibilità di usufruire di una residenza per studenti, composta di quaranta mini appartamenti. Un servizio invece aperto al pubblico, ancora poco conosciuto, è rappresentato invece dalla storica Biblioteca “Luigi Chiarini” specializzata in cinema: qui sono raccolte non solo le monografie e le riviste di settore, ma anche le sceneggiature originali dei film.

Prima del tour all’interno della struttura con gli aspiranti allievi, in compagnia dei docenti, si è illustrato dunque il percorso didattico. I corsi di alta formazione che si tengono a Roma, di durata triennale, sono tradizionalmente nove: costume, fotografia, montaggio, produzione, recitazione, regia, sceneggiatura, scenografia, suono; a questi si aggiungerà una “new entry”, ossia un corso sperimentale in supervisione degli effetti visivi digitali. Le sedi distaccate di Torino, Milano, L’Aquila e Palermo sono invece rispettivamente specializzate in animazione, pubblicità, reportage audio-visivo, documentario. «La nostra è una scuola per giovani selezionati, in numero molto ristretto, in base al talento e alla motivazione: potremmo definirla come una sorta di “convento”. Non si può lasciare prima del termine del ciclo dei tre anni, perché questo comporterebbe un danno all’intero collettivo di lavoro. Non è insomma una scuola da prendere alla leggera: una volta entrati, è richiesta un’elevata adesione mentale, emotiva e fisica. Chiunque lavori nel mondo dello spettacolo è una pedina fondamentale all’interno di un gruppo: quando si apre il sipario, si va in scena e si dà il massimo, anche se si hanno problemi personali», ha commentato la Dottoressa Caterina D’Amico, che ha portato i saluti in veste di preside della Scuola Nazionale di Cinema.

 

Ogni annualità è di circa trentasei settimane per otto ore di lezione giornaliere, ma potrebbe essere necessario in alcuni casi particolari frequentare anche il sabato o addirittura la domenica, qualora si stia lavorando a un progetto che deve essere portato a termine entro un periodo prefissato. Per i costi di produzione, ad esempio per il cortometraggio necessario al conseguimento del diploma finale, gli allievi hanno un budget messo a disposizione dalla CSC Production. «Le professioni del cinema sono anomale perché, per loro stessa natura, non conoscono orari e festività; per tale ragione, questo mondo si coniuga male con chi ha una vita irreggimentata ed è avvezzo a guardare l’orologio. Fare spettacolo vuol dire essere al servizio degli altri. Allo stesso tempo, questa scuola può dare tante soddisfazioni; non nascondo la mia felicità quando, nei titoli di coda dei film, scorgo i nomi d’interi gruppi di ragazzi e ragazze che hanno studiato qui da noi e hanno mantenuto nel tempo dei rapporti di lavoro: agli studenti non insegniamo soltanto a progettare un film, ma soprattutto ad acquisire un alfabeto condiviso», ha proseguito la preside D’Amico.

 

Durante l’Open Day gli aspiranti allievi hanno potuto dunque partecipare a un tour guidato all’interno della struttura, accompagnati dal docente della disciplina specifica che maggiormente potrebbe interessargli in vista delle selezioni e poi dell’iscrizione. Ci siamo uniti al nutrito gruppo di giovani al seguito del docente di recitazione Vito Mancusi, che ha mostrato un teatro di posa e un set allestito proprio all’interno del CSC: ciò a dimostrazione di come, accanto alla teoria, ci sia anche molta pratica. «Già dalla fine del primo trimestre si procede con un approccio pratico, per far abituare lo studente a stare su un set e davanti alle telecamere. Negli ultimi anni è aumentato il numero degli studenti diplomati in recitazione, che trovano lavoro una volta usciti dalla scuola», ha commentato con soddisfazione Mancusi sottolineando i due requisiti indispensabili per farcela in quest’ambiente: la determinazione e l’attitudine. Requisiti che evidentemente portano a dei risultati importanti, come dimostrano anche i recenti successi dei quali può fregiarsi la Scuola Nazionale di Cinema, con ben cinque diplomati al CSC che si sono aggiudicati nel marzo scorso il David di Donatello edizione 2018 per la scenografia, la regia, la sceneggiatura, i costumi e il suono: si tratta rispettivamente di Ivana Gargiulo, Susanna Nicchiarelli, Francesco Bruni, Massimo Cantini Parrini, Alberto Padoan. Altri premi sono stati poi vinti da tre film diretti da registi diplomati presso il CSC, ossia le pellicole “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni, “Nico, 1988” di Susanna Nicchiarelli e “Gatta Cenerentola” di Alessandro Rak.

Simone Sperduto

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