Babbo Natale: dalle origini ai giorni nostri
Babbo Natale è una figura che trae le sue origini da diversi personaggi della storia e del folklore che si sono sovrapposti nel corso dei secoli.
Il primo “donatore di regali” di cui si ha memoria fu San Nicola nel 300 d.c. a Myra (l’attuale Turchia). Nicola si guadagnò la reputazione di fiero difensore della fede cristiana in anni di persecuzioni e trascorse molti anni in prigione finché, nel 313 d.c., Costantino emanò l’Editto di Milano che autorizzava il culto. Dopo la sua morte, avvenuta il 6 dicembre di un imprecisato anno verso la fine del 300 d.c., la figura del Santo divenne popolarissima a causa di diversi miracoli che gli vennero attribuiti, ma la sua immagine di portatore di doni si diffonde però solo nel 1200 a causa di due diverse leggende. La prima, e più nota, racconta del giovane vescovo Nicola che salva tre ragazze dalla prostituzione facendo recapitare in segreto tre sacchi d’oro al padre, che così può salvarsi dai debiti e fornire una dote alle figlie. Nella seconda, Nicola entra in una locanda il cui proprietario ha ucciso tre ragazzi, li ha fatti a pezzi e li ha messi sotto sale, servendone la carne agli ignari avventori. Nicola non si limita a scoprire il delitto, ma resuscita anche le vittime: “ecco uno dei motivi che lo resero patrono dei bambini”, spiega Gerry Bowler, storico e autore del libro Santa Claus: A Biography,
Ma come si passa da San Nicola sulle rive del Mediterraneo al Babbo Natale del Polo Nord?
Il culto di San Nicola, con la cristianità si diffonde in tutta Europa, e continua ad essere festeggiato il 6 dicembre. Con il tempo, la figura del Santo comincia a sovrapporti a quelle delle figure pagane preesistenti come il romano Saturno o addirittura il Dio Nordico Odino, anch’essi spesso rappresentati come vecchi dalla barba bianca in grado di volare.
Con la Riforma Protestante, però, il culto del dispensatore di doni subisce una battuta di arresto in quanto viene proibita la venerazione dei santi, soprattutto nell’Europa del Nord: San Nicola viene sostituito da figure a metà tra il folletto e il demone. Il ricordo del Santo rimane per lo più nel nome come Ru-klaus (Nicola il Rozzo), Aschenklas (Nicola di cenere) o Pelznickel (Nicola il Peloso). Erano questi personaggi a garantire che i bambini facessero i buoni, minacciando punizioni come frustate o rapimenti, e, per quanto possa sembrare strano, è proprio da questi personaggi che nasce la figura dell’allegro vecchietto in slitta.
Con le migrazioni europee verso l’America, migra anche il folklore, soprattutto grazie agli olandesi particolarmente attaccati a “Sinterklaas” (San Nicola, dalla cui storpiatura deriva Santa Claus). In realtà questa America delle origini non celebra il Natale come lo concepiamo noi oggi: non ci sono portatori di doni e il Natale, nel puritano New England era del tutto snobbato, mentre altrove era diventato una specie di festa pagana dedicata soprattutto al massiccio consumo di alcol.
La svolta arriva nei primi decenni dell’Ottocento, quando scrittori e poeti cercano di divulgare l’idea del Natale come una festa per la famiglia e recuperano la leggenda del San Nicola originario: nel 1809 compare un Nicola che vola sui tetti con il suo carro per portare doni ai bambini buoni (Washington Irving); poi fu la volta della prima apparizione di Santa Claus (libretto anonimo in versi, The Children’s Friend), associato al Natale “ma privato di qualsiasi caratteristica religiosa, e vestito nelle pellicce tipiche dei buffi portatori di doni germanici”, spiega Bowler. Questo Santa porta doni ma infligge anche punizioni ai bambini cattivi, e il suo carro è trainato da una sola renna.
Nel 1822 le renne diventano otto e il carro diventa una slitta (Clement Clark Moore A Visit From St. Nicholas): questa versione diventa subito “virale”, anche se per molti decenni ancora Santa Claus sarà rappresentato con varie fattezze e con vestiti di varie forme e colori. Solo verso la fine del secolo, grazie soprattutto alle illustrazioni di Thomas Nast, grande disegnatore e vignettista politico, si impone la versione “standard”: un adulto corpulento, vestito di rosso con i bordi di pelliccia bianca, che parte dal Polo Nord con la sua slitta trainata da renne e sta attento a come si comportano i bambini.
Ed ecco che, grazie alle campagne pubblicitarie della Coca Cola e ai soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale, Santa Claus ritorna verso l’Europa con vestito rosso e slitta, in una sorta di migrazione inversa, adottando nomi come Père Noel, Father Christmas o Babbo Natale e sostituendo un po’ ovunque i vecchi portatori di doni.
I nomi di Babbo Natale nel mondo (Wikipedia)
- Austria: Christkind (“Gesù Bambino”)
- Belgio: Sinterklaas, Père Noël
- Canada: Santa Claus
- Croazia: Djed Božićnjak o Djed Mraz (“Nonno Natale”)
- Repubblica Ceca: Svatý Mikuláš (“San Nicola”); Ježíšek (diminutivo di Ježíš (“Gesù”))
- Danimarca: Julemanden
- Finlandia: Joulupukki
- Francia: Père Noël (“Babbo Natale”); Père Noël è la forma più comune nei paesi in cui si parla il francese
- Germania: Weihnachtsmann (“L’Uomo di Natale”); Christkind (“Gesù Bambino”) nelle regioni più meridionali
- Gran Bretagna: Father Christmas; Santa Claus
- Grecia: Άγιος Βασίλης (“San Basilio”)
- Irlanda: Santa Claus, Santy o Daidí na Nollag
- Italia: Babbo Natale; Papà Natale; Gesù Bambino (in alcune regioni anche Santa Lucia, San Nicola da Bari o San Nicolò)
- Islanda: Jólamaður
- Paesi Bassi e Fiandre: Sinterklaas (arriva la sera del 5 dicembre)
- Norvegia: Julenissen
- Polonia: Święty Mikołaj / Mikołaj (“San Nicola”)
- Portogallo: Pai Natal (“Babbo Natale”)
- Romania: Moş Crăciun (“Babbo Natale”); Moş Nicolae (“Babbo Nicola”)
- Russia: Дед Мороз (Ded Moroz, “Nonno Gelo”, suo amico Yamaliri vive sopra del Circolo Polare Artico in una città unica Salekhard.)
- Spagna: Papá Noel; los Reyes Magos (“I Re Magi”)
- Stati Uniti: Santa Claus; Kris Kringle; Saint Nicholas o Saint Nick (“San Nicola”)
- Svezia: Jultomten
- Svizzera: Christkind, Babbo Natale in Ticino Turchia: Noel Baba (“Babbo Natale”)
- Ungheria: Mikulás (“Nicola”); Jézuska o Kis Jézus (“Gesù Bambino”)
Buon Natale!
Fonte: nationalgeographic.it