Guzzanti ritorna alla grande!
Mario Bambea dice:
Siamo dunque così invariabilmente certi, così geo politicamente polarizzati, ora che il mondo ideale di riferimento è esso stesso in uno stato di crescente mercificazione che se non è ideologia così poco (tempo e volontà), ci manca? Quali che siano le formule del destino istituzionale sul doppio perno seicentesco della bicamere, è in vista del referendum, lecito se non doveroso dubitare sul lungo periodo che vedrà l’Europa auto desovranizzarsi per la santa icona di ciò che di più europeo c’è stato e non come sogno onanistico, cioè e dunque l’euro. Feticcio di ottone e sangue. Di pomi d’oro e manici di scopa che qui nessuno vuole più ricordare. Ogni cosa si defila e lascia dietro di sé i suoi simboli. Abbandonare i carri armati per raggiungere in ritirata la riva.
Chi è Mario Bambea? Il nuovo ed esilarante personaggio ideato da Corrado Guizzanti nella serie TV “Dov’è Mario?”, in onda dal 25 maggio su Sky. Prodotta da Wildside per Sky, scritta dallo stesso Guzzanti con Mattia Torre, diretta da Edoardo Gabbriellini, la serie – in quattro puntate – racconta le vicende di Mario Bambea, intellettuale di sinistra snob e innamorato di sé, che in seguito a un incidente d’auto si “sdoppia” e diventa – anche – Bizio, un comico assolutamente trash. Una sorta di Dr. Jekill e Mr. Hyde in chiave comica, ritrova Guzzanti in pieno estro a confrontarsi con due personaggi assolutamente italiani e verosimili, dando così voce ad un intellettuale sinistrorso radical chic e del tutto distaccato da una realtà popolare e ad un ragazzotto romano ma… romano romano… che decide di dedicarsi al cabaret.
L’idea di Guzzanti, come sempre geniale, racconta e disegna l’Italia del 2016 ovvero un paese diametralmente opposto, ironico, feroce, intelligente ma distaccato, verace e al tempo stesso snob!
Abbiamo l’intellettuale e l’ignorante, cioè colui che ignora, presenti nello stesso corpo umano. Il forbito pieno di paroloni assillato da una moglie assolutamente isterica ed egocentrica e un “burino” comico sboccacciato, del tutto distante dalla realtà. Ma chi dei due ha davvero un senso della realtà? Credo nessuno dei due, entrambe i personaggi vivono un bisogno di sopravvivenza in una società formata da piccoli gruppi chiusi e diffidenti. I due personaggi finalmente si incontrano proprio in un “non luogo” ossia nel pensiero. Si incontrano a metà tra l’essere e l’apparire, tra ragione e istinto, tra il ricco e il povero, si incontrano e si parlano nel punto zero, quello della rinascita. Ecco allora che l’evoluzione di un pensiero prende vita, si concretizza e decide di conseguenza. Finalmente accetta l’effetto di una causa. Guzzanti è davvero bravo interpretando questi personaggi, come tutti gli altri del resto, attento al particolare , all’inflessione, al gesto spontaneo del personaggio, alla motivazione che spinge ad agire; Ho solo una riserva, nelle scene un po più drammatiche, non regge fino in fondo con lo sguardo e quindi con un pensiero il dramma personale del personaggio, a volte lo sguardo sembra privo di motivazione, entrando in una recitazione forse un po’ più leggera. Guzzanti comunque resta un grandissimo caratterista motivato e splendidamente simpatico.
“Dov’è Mario?” ha una ottima regia, ben costruita e specifica, così come il resto del cast. Bravi tutti gli attori, attenti e motivati nell’azione scenica. Evelina Meghnagi, la bravissima Evelina, interpreta un ‘infermiera rumena cattiva ma romantica al tempo stesso, Dragomira, una poetessa, di quelle assolutamente improbabili, autoreferenziali e feroci. Valerio Aprea, Rosanna Gentili, Emanuela Fanelli, davvero bravi! Ci sarebbero tanti elementi da considerare in questa serie, l’aspetto politico, la denuncia politica è assolutamente presente, è chiara. Guzzanti interpreta un eccellente e benestante intellettuale rappresentante di una sinistra italiana, totalmente schifato da un sistema marcio e corrotto del quale è parte integrante e attiva, oramai vuole scappare perché capisce che il sistema è oltre da un possibile riparo. L’intellettuale ora vuole cambiare, ma cercando la via più facile tramite una scorciatoia, si trova difronte la sua metà, ossia la parte istintiva e primaria, la parte più spontanea, più semplice, più vulnerabile. Un suo opposto ma complementare, ora è vittima e carnefice, creando così ragione e istinto: l’uomo.
Molti i volti noti che si sono prestati a camei all’interno della serie: da Enrico Mentana a Michele Santoro, passando per Marco Travaglio, Giovanni Floris, Maria Latella, Alberto Nerazzini, Tommaso Labate, Elisa Calessi, Walter Veltroni e Lilli Gruber.
Vorrei aggiungere solo qualche verso di una canzone di Giorgio Gaber a tale proposito
Se ci fosse un uomo
un uomo nuovo e forte
forte nel guardare sorridente
la sua oscura realtà del presente.
Se ci fosse un uomo,
forte di una tendenza senza nome
se non quella di umana elevazione
forte come una vita che é in attesa
di una rinascita improvvisa.
Se ci fosse un uomo
generoso e forte
forte nel gestire ciò che ha intorno
senza intaccare il suo equilibrio interno
forte nell’odiare l’arroganza
di chi esibisce una falsa coscienza
forte nel custodire con impegno
la parte più viva del suo sogno
se ci fosse un uomo.
Questo nostro mondo ormai è impazzito
e diventa sempre più volgare
popolato da un assurdo mito
che è il potere.
Questo nostro mondo è avido e incapace
sempre in corsa e sempre più infelice
popolato da un bisogno estremo
e da una smania vuota che sarebbe vita
se ci fosse un uomo…