Cosa centrano i baffi con il mese di novembre? Fisiologicamente parlando forse ben poco se non forse l’intenzione di maschi freddolosi, di avere qualche protezione in più dal freddo sul proprio viso dato che è il mese dove l’autunno comincia a farsi sentire veramente (eccezion fatta per la breve estate di San Martino…).
Eppure da oltre una decina di anni, il mese di novembre è associato proprio alla crescita dei baffi. Una tradizione lanciata dai paesi anglosassoni (nacque in Australia nel 2003) che si è poi pian piano estesa in tutto il mondo, tanto che è stato coniato anche un neologismo inglese, nato dall’unione della parola baffi “moustache” e novembre: “Movember”.
Una iniziativa divenuta così importante che è portata avanti da una fondazione che prende proprio il nome di “fondazione movember”.
Ma quel è lo scopo di fondo?
Semplice, quello di raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro alla prostata e ai testicoli e in generale, malattie che colpiscono in prevalenza gli uomini.
Oltre alla donazione e al sostegno alla fondazione, l’iniziativa ha una sua caratteristica molto distintiva: farsi crescere i baffi.
Una sorta di contraltare all’estivo “ice bucket challenge” la sfida di ricevere una secchiata d’acqua gelata per raccogliere fondi contro la Sla.
E così ogni novembre i “mo bro” cioè tutti coloro che aderiscono all’iniziativa lasciandosi crescere i baffi ed effettuando donazioni, vengono amichevolmente considerati “fratelli di baffo” e insieme o singolarmente si esibiscono in foto e iniziative a sostegno di questa importante campagna di sensibilizzazione.
Esiste anche un motto infatti che sta dietro al lasciarsi crescere i baffi: “Change the fase of men’s health” (“cambiare la faccia della salute degli uomini”).
L’obiettivo è duplice perché la sensibilizzazione alla problematica passa anche attraverso la consapevolezza che solo attraverso un corretto stile di vita e controlli periodici, almeno a partire dai 50 anni – ma sarebbe bene iniziare anche prima – si può arrivare a sconfiggere certe malattie.
La prevenzione al giorno d’oggi rimane infatti il miglior strumento da mettere in campo per contrastare certe patologie, soprattutto quando – come in questi casi specifici – ci può essere anche una certa familiarità all’insorgenza.
Secondo la rivista con sede a Ginevra “Global Journal”, bimensile che recensisce le attività delle migliori Organizzazioni non governative del mondo, e con una diffusione soprattutto in Europa e nord America, la Fondazione “Movember” è stata nel 2012 inserita nella lista delle 100 più importanti Ong del mondo.
Il sito ufficiale dell’iniziativa è https://ex.movember.com ed è disponibile in cinque lingue (inglese, spagnolo, portoghese, francese e italiano) dove sono spiegate tutte le caratteristiche dell’iniziativa, come verranno spesi i soldi raccolto e dove trovare traccia di ogni donazione.
Ma come si fa ad aderire: per prima cosa bisogna radersi bene barba e baffi, registrarsi e quindi personalizzare la pagina “Mo space” postando poi una propria foto ogni giorno sulla propria pagina per mostrare e vedere l’evolversi della crescita dei baffi.
Inoltre si può e si dovrebbe parlare della salute maschile e trovare altri sostenitori sventolando la bandiera del Movember.
Attualmente i progetti sovvenzionati abbracciano ben 22 paesi ma mancano Italia e San Marino.
Una iniziativa solo per uomini? Niente affatto, anche le donne infatti possono contribuire, ovviamente senza farsi crescere i baffi. Le “Mo sista”, come vengono chiamate, possono impegnarsi nel sostegno della causa, aiutando nella raccolta fondi, nella diffusione e promozione dell’iniziativa e ovviamente nel sostegno ai propri compagni impegnati nel lasciarsi crescere i baffi.
Franco Cavalli